Qatargate, Kaili, in carcere, respinge le accuse e collabora. Stasera la decisione sulla detenzione

22 Dic 2022 14:06 - di Roberto Frulli
Eva Kaili

Arriverà probabilmente nella tarda serata di oggi la decisione dei giudici belgi se confermare oppure no la detenzione preventiva dell’ex-vicepresidente del Parlamento Europeo, la deputata greca Eva Kaili coinvolta assieme al fidanzato italiano, Francesco Giorgi e ai parlamentari europei, Pierantonio Panzeri di S&D e Andrea Cozzolino del Pd nel vergognoso scandalo denominato Qatargate che sta travolgendo la sinistra europea e italiana in particolare.

Eva Kaili “non è mai stata corrotta” da nessuno, assicura uno degli avvocati della politica greca, Mikhalis Dimitrakopoulos, arrivando al Palais de Justice, a Bruxelles, dove si è formata una lunghissima coda di giornalisti e visitatori all’ingresso, che ha aperto con quasi un’ora di ritardo, probabilmente per consentire alle parti di entrare nell’aula dell’udienza.

Spera che venga liberata? “Non posso rispondere a questa domanda”, replica il legale ricordando che “la procedura è segreta e bisogna rispettarla”.

Nella sala 4, al piano interrato del Palais de Justice, in place Poelaert, nel quartiere di Marolles a Bruxelles, l’accesso ai giornalisti è stato consentito solo a partire dalle 9 circa, quando è stato aperto l’ingresso per gli ospiti.

Dimitrakopoulos è stato intercettato dai giornalisti perché ha sbagliato entrata.

I cronisti, in maggioranza greci e italiani, si sono radunati all’ingresso della sala 4. Un funzionario di polizia ha assicurato che gli avvocati, se parleranno, lo faranno in un’area al di fuori del palazzo, all’ingresso.

L’udienza è stata complicata dal fatto che va tutto tradotto dagli interpreti, cosa che dilata anche i tempi.

Kaili ha una figlia piccola, che ha meno di due anni, con Francesco Giorgi, che in questo momento, riferiscono i colleghi greci, sarebbe con il padre di Kaili, anch’egli fermato dalla polizia belga ma poi rilasciato, malgrado sia stato sorpreso, a quanto riportato da Le Soir, con un trolley pieno di banconote, circostanza che ha consentito il fermo in flagranza dell’allora vicepresidente del Parlamento Europeo.

L’ex-vicepresidente del Parlamento Europeo Eva Kaili “partecipa attivamente all’inchiesta” condotta dal giudice Michel Claise e “contesta ogni accusa di corruzione a suo carico”, ha rivelato l’avvocato André Risopoulos, che assiste la politica greca finita agli arresti, insieme al collega Mikhalis Dimitrakopoulos, al termine della Camera di Consiglio, al Palais de Justice di Bruxelles.

Kaili si trova detenuta al momento nel carcere di Haren, all’estrema periferia della capitale belga, vicino all’aeroporto, e i giudici potrebbero decidere di concederle i domiciliari o un regime di sorveglianza meno duro.

“Abbiamo terminato la Camera di Consiglio – dice Risopoulos – abbiamo chiesto che la signora Kaili possa essere sottoposta al regime di sorveglianza elettronica, mediante un braccialetto. Partecipa all’inchiesta in maniera attiva, contesta tutte le accuse di corruzione a suo carico. Sapete tutti che ho deciso di non comunicare su questo dossier, perché l’inchiesta viene condotta dalle autorità giudiziarie e non si fa altrove. Da parte mia non farò alcuna altra dichiarazione oltre a questa”.

“Avremo una decisione a fine giornata – prosegue – e non è evidentemente il caso di perorare nuovamente oggi quello che abbiamo chiesto davanti alla presidente della Camera di Consiglio, che è la sola che prenderà la decisione sulla base di quello che abbiamo detto stamattina. Ringrazio e prego tutti di non cercare di ottenere altre cose, nel momento in cui il destino della signora Kaili è nelle mani della giustizia belga”.

Mikhalis Dimitrakopoulos, che assiste anch’egli Kaili e che viene dalla Grecia, mentre Risopoulos è un greco trapiantato a Bruxelles, aggiunge: “Il mio collega Risopoulos ha parlato. Abbiamo preso l’impegno di non parlare troppo, perché l’inchiesta è seria e segreta. Quindi vi dico che la signora Kaili è innocente e non è mai stata corrotta, mai”. Sapeva dei soldi? No no, mai. Non è mai stata corrotta, mai”.

Risopoulos non ha voluto aggiungere altro: “Non faremo alcuna altra dichiarazione, perché è pregiudizievole sia per la difesa della signora Kaili, sia all’accertamento della verità in un dossier di questa natura”.

Ma ha risposto ad una sola altra domanda, quella sulle fughe di notizie.

Cosa penso delle fughe di notizie? Non ho mai visto – sottolinea – un tale grado, un tale modo di violare così frontalmente il segreto istruttorio. Non sono l’unico a pensarlo. Il procuratore federale ha avviato un’inchiesta a questo riguardo. Finiamola qui, non abbiamo altre cose da dire, altrimenti danneggeremmo sia la nostra cliente che l’inchiesta, cosa che non farebbe piacere a nessuno”.

La decisione della presidente della Camera di Consiglio, chiude Risopoulos, “arriverà stasera, probabilmente tardi, perché è stata un’udienza corposa”.

Durante l’udienza, spiega Dimitrakopoulos, “lei non ha parlato”. E la figlia di Kaili, che ha meno di due anni, ora “è con il nonno”.

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