Qatargate, Tajani: sono garantista, ma i sacchi di contanti in casa non sono un bell’esempio

12 Dic 2022 13:35 - di Redazione
Tajani

A a margine del Consiglio Ue a Bruxelles, i giornalisti interpellano sull’inchiesta Qatar, il ministro degli Esteri Antonio Tajani, già presidente dell’Aula di Strasburgo. Il quale va dritto al punto, e nel riassumere vicenda e commento, dichiara: «Sono un garantista, con tutte le forze politiche che vengono coinvolte in vicende anche scabrose, come questa. Purtroppo però, trovare a casa del vicepresidente del Parlamento Europeo soldi in contanti, non è proprio un bell’esempio»… Poi, rispondendo a chi gli chiede se si attenda che l’indagine condotta dalla magistratura belga per sospetta corruzione di eurodeputati e assistenti parlamentari ad opera del Qatar si allarghi ad altre persone, il ministro aggiunge anche: «Non faccio il magistrato né il poliziotto. Mi auguro che le indagini si fermino alle persone che sono state coinvolte, che già hanno provocato un danno di immagine alle istituzioni europee».

Tajani sul Qatargate

E a proposito di presunti colpevoli e di vittime, il titolare della Farnesina tiene a sottolineare come il Parlamento Europeo sia «la vittima del comportamento criminoso, se sarà accertato dai magistrati, di alcune persone. Non il protagonista». Tanto che rileva: «Bene ha fatto la presidente Roberta Metsola a intervenire subito per difendere la dignità e il ruolo dell’istituzione comunitaria eletta direttamente dai cittadini. E bene ha fatto a intervenire immediatamente, favorendo il corso della giustizia». Un convincimento che il ministro degli Esteri Tajani ribadisce anche a stretto giro, asserendo: «Io difendo le istituzioni – continua Tajani – non dobbiamo confondere tre, quattro, cinque, dieci tra parlamentari e assistenti coinvolti in episodi di corruzione con l’istituzione. Perché l’istituzione non è corrotta».

Il ministro: «Il Parlamento europeo è vittima, non protagonista, di comportamenti criminosi di alcuni»

E ancora, proseguendo: «Ci possono essere delle mele marce, ma stanno ovunque. È una condotta esecrabile e da condannare, ma non dobbiamo per questo favorire chi vuole colpire le istituzioni comunitarie. Ricordiamo che il Parlamento è l’unica istituzione democratica dell’Ue». E soprattutto: «Un conto sono parlamentari o assistenti che possono aver commesso atti di corruzione inaccettabili. Vergognosi. Da condannare assolutamente. E un altro è il Parlamento: perché la responsabilità penale è personale. Non c’è responsabilità dell’istituzione. Restiamo in guardia, allora. Fermo restando – ha quindi concluso Tajani sul Qatargate – che prima di condannare una persona bisogna aspettare l’esito dell’attività giudiziaria. Tutto lascia pensare però che, purtroppo, essendo stati colti in flagrante, abbiano responsabilità gravi… Non bisogna confondere, però, la persona con le istituzioni»…

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