“Renzi prende soldi dai tagliagola arabi come quelli del Qatar”. E Travaglio si becca un’altra querela

15 Dic 2022 19:56 - di Leo Malaspina

“Il senatore Matteo Renzi ha dato mandato ai propri legali di agire in giudizio contro il signor Marco Travaglio per la diffamazione contenuta nella trasmissione Otto e Mezzo di ieri sera”. Così in una nota l’ufficio stampa di Italia Viva annuncia l’ennesima querela dell’ex premier fiorentino nei confronti del direttore del Fatto Quotidiano. Una deriva ormai senza limiti, quella giudiziaria tra Matteo Renzi e Marco Travaglio, alimentata dalle continue apparizioni in tv del giornalista, che non lesina pesante accuse al fondatore di Italia Viva, come ieri sera da Lilli Gruber, su La7, quando a “Otto e mezzo” si è lasciato andare a un ardito paragone tra Renzi e i tangentisti del Qatar che gli è valso la citazione in giudizio del senatore di Rignano.

Renzi querela Travaglio per le parole sul Qatar

Cosa ha detto Travaglio dalla Gruber, da far scattare la querela? Testualmente, si è chiesto, quale fosse “la differenza tra Renzi che prende i soldi dall’Arabia Saudita per parlar bene di un regime di tagliagole e i parlamentari europei che prendono soldi dal Qatar per parlar bene di un altro regime di tagliagole?”. “Che uno fa fattura perché siede in Senato, che è l’unico luogo al mondo dove un parlamentare può prendere soldi da uno stato estero, mentre gli europarlamentari non possono fatturare perché lì quelle cose non si possono fare lecitamente e quindi devono prendere le valigie i sacchi…”.

La questione morale e il richiamo a Berlinguer

Parole durissime arrivate prima di un ragionamento sulla questione morale a sinistra. “Un tema scritto nel nostro articolo 54 della costituzione, che Berlinguer aveva declinato, non parlando di mazzette, perché dava per scontato che essendo un fatto criminale se ne occupasse la magistratura – ha continuato Travaglio – Lui si occupava di un altro tipo di malcostume che è la questione morale che è il grande insieme dentro il quale c’è la questione penale. Cioè di tutti quei comportamenti che non sono reato ma che sono indegni di chi ricopre cariche pubbliche. E parlava di conflitti di interessi, di lottizzazione di posti, dei partiti che si erano mangiati Asl, musei, tutti i gangli della società per sistemare i loro uomini facendoli passare davanti a cittadini magari molto più meritevoli ma senza tessera. Questo è il tema che la sinistra ha sempre evitato ed è strano perché l’aveva lanciato proprio Berlinguer, evidentemente perché lui se lo poteva permettere”

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