Speranza un po’ gufo e un po’ sciacallo: la strategia di Meloni sul Covid è fallita
L’ex ministro della Salute Roberto Speranza “cavalca” a modo suo la nuova ondata di Covid in Cina. Passando disinvoltamente dalla strategia dell’abbraccio al cinese a quella dell’attenti al cinese. “La strategia della Meloni di far finta che il Covid non esiste più e che tutto sommato dei vaccini si può fare a meno mi pare fallita. Come sempre la realtà è più forte della comunicazione”.
Le strumentalizzazioni di Speranza
Certo ci vuole coraggio, da parte di uno che verrà ricordato come il ministro che cercò di combattere il covid con la formula “tachipirina e vigile attesa”. Tra l’altro, Speranza non può non sapere che l’ondata covid in Cina non può certo essere addebitata al governo italiano. Ma al “modello cinese” basato su rigide restrizioni tanto caro ai suoi sodali. E non lo dicono la Meloni o FdI, lo afferma l’istituto Spallanzani in una nota su quanto sta avvenendo nel paese asiatico.
Allarmismo sanitario dalle opposizioni
L’opposizione non vedeva l’ora di fare allarmismo sanitario. E ora chiede a gran voce cosa intende fare il governo. Ignorando che ancora il 23 dicembre l’Istituto superiore di sanità affermava che in Italia continuava la tendenza alla diminuzione del tasso di incidenza dei casi Covid. Sono passati quattro giorni e già quasi sono pronti a invocare nuove chiusure.
Oms: ci saranno ancora ondate
“Ci sono molte ragioni – dice l’epidemiologa Maria Van Kerkhove, dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) – per questa ondata Covid che stiamo vedendo in Cina, ma anche altrove. Molte delle restrizioni in tutto il mondo sono state allentate e Omicron, l’ultima variante di preoccupazione” di Sars-CoV-2 “è la variante più trasmissibile che abbiamo visto finora, comprese tutte le sue sottovarianti che sono in circolazione, e ce ne sono 500”. Quindi “continueremo a vedere ondate di infezione in tutto il mondo”.
Oms: aumenta l’immunità della popolazione
“Abbiamo sicuramente assistito a un calo dell’impatto di Covid-19 nell’ultimo anno – continua – perché abbiamo l’immunità a livello di popolazione che sta ora aumentando ed è ciò che dobbiamo fare in tutti i Paesi, compresa la Cina: aumentare la copertura vaccinale in coloro che sono più a rischio, over 60, immunocompromessi, persone con patologie di base, e i nostri operatori in prima linea. La grande preoccupazione ovviamente che abbiamo con la Cina è l’aumento delle segnalazioni di malattie gravi”.