Stefania Craxi: «La sinistra è passata dall’oro di Mosca ai soldi del Qatar. Moralisti dei miei stivali»
Resta sempre e comunque «garantista». Per questo Stefania Craxi sulla vicenda del Qatargate non dà «giudizi nel merito» rispetto ai soggetti coinvolti. Ma il giudizio politico lo dà eccome, ricordando che «è un vecchio vizio della sinistra italiana: finire al servizio di potenze straniere». «Oggi siamo passati dall’oro di Mosca ai contanti del Qatar. Io resto la più garantista in assoluto: ma allo stesso tempo non dimentico chi finora mi ha fatto la morale. Ecco, ai tanti moralisti “dei miei stivali” voglio ricordare che, a maggior ragione dopo l’inchiesta di Bruxelles, non sono titolati a dare lezioni», ha sottolineando, spiegando che «se adottassi il metodo usato contro mio padre, oggi dovrei sventolare le manette: ma noi siamo fatti di un’altra pasta».
Stefania Craxi: «A sinistra sono passati dall’oro di Mosca ai soldi del Qatar»
Proprio quel «certo vezzo della sinistra comunista, sempre pronta a fare la morale, affetta da quello che è stato chiamato il “complesso dei migliori”» è per la presidente della Commissione Esteri del Senato l’unica «similitudine» che si può trovare tra il Qatargate e Mani Pulite, due vicende altrimenti troppo distanti per «tempi, contesti e situazioni» per poter essere accostate. «Vedremo come si concluderanno le indagini, ma come diceva Nenni, “se giochi a fare il puro, prima o poi incontri uno più puro di te che ti epura”. Ma i moralisti fanno sempre una brutta fine: è la storia che si incarica di definirli spergiuri», ha detto ancora Craxi, intervistata da La Verità e citando con l’ultima frase il padre Bettino.
«Si riempiono la bocca di diritti, poi prendono soldi da governi autocratici»
La superiorità morale della sinistra, ha quindi proseguito, non è tramontata con il Qatargate, perché «non è mai esistita». «Semmai – ha precisato – c’era ieri e in parte oggi, una “doppia morale”. Altro che virtù pubbliche e vizi privati. Nel ’92 si sono messi al servizio di un’operazione golpista, ricevendo protezione e teorizzando una presunta verginità, proprio loro che, oltre alle tangenti dalle aziende, prendevano soldi e ordini da una potenza militare nemica dell’Italia e dell’Occidente. Per inciso, senza un minimo di autocritica sul passato, ci danno anche lezioni sul piano internazionale, mentre a Bruxelles si riempiono la bocca della parola diritti per poi prendere soldi da governi autocratici».
«Nel Pd fanno bene a dirsi sconcertati, visto anche quello che hanno detto e fatto contro la Lega»
Quanto al fatto che nel Pd si dicano «sconcertati», per Stefania Craxi è giusto «visto anche tutto ciò che più di recente hanno detto e fatto sulla Lega di Salvini. La verità, però, è che i partiti, o come vogliamo chiamare questi succedanei, vivono nella società. E nella società ci sono buoni, brutti, disonesti, persone perbene. Dovrebbero ricordarlo anche quando queste vicende interessano altri, senza sciacallaggi e mistificazioni. Ma si sa: coltivare la memoria non è il pregio di questa sinistra». E, ancora, «visto che sono così solerti sulla trasparenza, perché non accolgono la richiesta del centrodestra di istituire una commissione di inchiesta su Tangentopoli?».
Stefania Craxi: il Qatargate dimostra la debolezza della politica e che «manca l’Europa che serve»
In generale, comunque, la senatrice azzurra ha chiarito che ciò che maggiormente l’ha colpita è stato «il presunto coinvolgimento di assistenti parlamentari, che denota come gli apparati, burocratici e parapolitici, hanno preso il sopravvento sulla politica e le stesse rappresentanze parlamentari». «Ho pensato che la politica è sempre più debole e influenzabile. Il tema dei condizionamenti stranieri verso le realtà occidentali, e soprattutto europee, è preminente. Dobbiamo affrontarlo rapidamente con forza, senza cedere a retoriche più o meno forcaiole, sapendo che è un nodo di sistema che riguarda la qualità delle nostre democrazie», ha proseguito Craxi, per la quale la questione su cui riflettere sono anche «l’assenza di un’Europa politica e una costruzione comunitaria fallace». «Manca – ha chiarito – l’Europa che serve».
I casi di Matteo Renzi e Massimo D’Alema
Il tema del primato della politica torna anche quando Federico Novella, che firma l’intervista, chiede a Stefania Craxi un commento sui comportamenti di Matteo Renzi, «in affari con gli arabi», e Massimo D’Alema, «con il suo ruolo di consulente per una cordata di sceicchi in vista dell’acquisizione della raffineria di Priolo». «Renzi fa il conferenziere, un mestiere svolto da molti ex premier in tutto il mondo, ma, certo, a esperienza politica conclusa. D’Alema, invece, è un caso più unico che raro: lui comunista, come tutt’ora rivendica, si ergeva a primate della politica, continua a fare e disfare nelle retrovie, e poi fa il consulente delle multinazionali? Diciamo – ha commentato l’esponente azzurra – che non Craxi, ma un qualsiasi ex Presidente del Consiglio della prima Repubblica non l’avrebbe mai fatto».
Il fallimento del “modello” della sinistra sul tema migranti
E il fatto che al centro dello scandalo Qatargate, come dei casi Mimmo Lucano e Soumahoro, ci siano i diritti umani? «Anche qui – ha avvertito la presidente della Commissione Esteri del Senato – non mischiamo vicende tra loro dissimili e non pensiamo che tutto sia da buttare via. Conosco bene la realtà di Lampedusa, dove uomini e donne, associazioni, prestano un’opera meritoria in condizioni inaccettabili. L’Europa benpensante e perbenista, dovrebbe andare lì e vedere. Ciò che la sinistra non capisce è che il modello che difendono si presta a storture di ogni tipo, non affronta i problemi, non li risolve. Non aiuta i migranti, ma – ha concluso Craxi – spesso li rende schiavi, merce di un sistema inumano».