Stupri di Capodanno a Milano, quattro egiziani arrestati. Incastrati dai loro stessi “selfie” sui social

18 Dic 2022 18:59 - di Leo Malaspina

La Polizia di Stato, coordinata dalla Procura della Repubblica di Milano, ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere e agli arresti domiciliari, su richiesta dei pubblici ministeri del V Dipartimento, emessa nei confronti di 4 giovani cittadini egiziani – di 19 e 20 anni – gravemente indiziati dei reati di violenza sessuale di gruppo e di rapina aggravata. I poliziotti della Squadra Mobile hanno sviluppato l’attività investigativa sugli episodi di violenze di gruppo commesse ai danni di alcune ragazze, la notte di Capodanno 2022, in occasione dei festeggiamenti in piazza Duomo a Milano.

Il Capodanno di Milano funestato dagli abusi degli extracomunitari

Lo scorso gennaio, dopo undici giorni dalla consumazione degli episodi delittuosi, erano state eseguite numerose perquisizioni tra Milano e Torino e, successivamente, operati due fermi del Pubblico Ministero carico di due giovani, uno italiano di origini nordafricane e uno egiziano, gravemente indiziati del reato di violenza sessuale di gruppo. Le successive risultanze investigative hanno condotto, tra i mesi di febbraio e maggio, a eseguire un’ordinanza di custodia cautelare a carico di due minori, sempre per violenza sessuale di gruppo, e una, per il medesimo reato e per rapina, a carico di un maggiorenne.

I filmati e le testimonianze hanno fatto emergere la verità

La prosecuzione dell’attività di indagine, condotta dalla Polizia di Stato attraverso la visione di filmati, le testimonianze delle vittime e delle persone informate sui fatti, l’analisi di vari profili social di soggetti coinvolti o comunque presenti ai fatti e ulteriori attività tecniche, ha consentito di ricostruire in modo puntuale i vari episodi di violenze e di individuare ulteriori soggetti, sempre di origini nordafricane, ritenuti convolti nelle azioni delittuose. L’odierna ordinanza di custodia cautelare riguarda due episodi di violenza sessuale di gruppo: uno compiuto nei pressi della statua dedicata a Vittorio Emanuele II ai danni di due ragazze tedesche e l’altro nei pressi di un fast food in piazza Duomo ai danni di due ragazze italiane al quale hanno partecipato due dei quattro destinatari della misura cautelare; in questa occasione, oltre alle violenze sessuali, è stata consumata anche la rapina del cellulare e della borsa ai danni di una delle due ragazze da parte degli autori delle violenze.

Il “branco” voleva essere in prima fila…

Un “branco” che la sera di capodanno in piazza Duomo a Milano è entrato in azione più volte “approfittando della forza intimidatoria del gruppo e dell’effetto di sopraffazione” nei confronti delle giovani vittime e che dopo i primi arresti scattati lo scorso gennaio ha corso il rischio di avvertire “un senso di impunità pericoloso“. E’ quanto si legge nell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip di Milano Sonia Mancini nei confronti di quattro ragazzi – tre 20enni e un 19enne, tutti nati in Egitto – arrestati per le violenze sessuali commesse a due tedesche vicino alla statua dedicata a Vittorio Emanuele II e ad altre due ragazze a pochi passi da un fast food (c’è stata anche la rapina di un cellulare e di una borsa).

Gli indagati incastrati dai loro stessi post sui social

Gli arrestati (due ai domiciliari) “hanno partecipato ai fatti, senza limitarsi ad assistervi, ma tenendo una condotta attiva, accalcandosi intorno alle vittime (…), impedendo così alle stesse di sottrarsi alle molestie che stavano subendo” nonostante piangessero e chiedessero aiuto, così mostrando “un’incapacità di comprendere il disvalore delle proprie azioni” pensando “di non incorrere in conseguenze in quanto le loro azioni si sarebbero confuse con quelle collettive del gruppo”. I poliziotti della squadra Mobile, nell’inchiesta coordinata dall’aggiunto Letizia Mannella e dal pm Alessia Menegazzo, sono riusciti a identificarli attraverso il fermo immagini di una telecamera di un giornalista e delle stesse riprese postate dagli indagati sui social.

Il pericolo di recidiva da parte degli arrestati

Nei loro confronti c’è il rischio concreto che possano tornare a compiere reati dello stesso tipo, poiché ciascuno “ha rafforzato la prepotenza del gruppo, ma ha anche efficacemente ostacolato la difesa” delle vittime che si sono viste accerchiate, “in balia dei propri aggressori e impossibilitate a sottrarsi a ciò che stavano subendo”. C’è anche chi, tra gli arrestati, “si è affrettato per guadagnarsi un posto in prima fila accanto alle giovani, mentre queste venivano ancora abusate dai soggetti a lui vicini“. Le modalità “brutali” dell’azione risultano “gravi e preoccupanti soprattutto per il fatto di essere avvenute in un luogo pubblico e affollato, circostanza alquanto sintomatica in ordine alla totale assenza di freni inibitori negli indagati e, conseguentemente alla loro spiccata pericolosità sociale” conclude il gip.

Romano La Russa: “Basta buonismo con gli extracomunitari criminali”

“Basta buonismo con gli extracomunitari che arrivano in Italia, si fanno beffe dell’integrazione tanto sbandierata dalla sinistra e commettono gravi reati. Gli arresti di altri 4 giovani egiziani, accusati di violenza sessuale di gruppo e rapina aggravata per i fatti avvenuti in Duomo a Capodanno, dimostrano come le politiche di accoglienza senza se e senza ma del centrosinistra milanese abbiano fallito. Questi sono delinquenti che non hanno mai avuto alcuna intenzione di integrarsi in Italia, pensano soltanto di poter fare ciò che vogliono e di restare impuniti”, dice Romano La Russa, assessore alla Sicurezza e all’Immigrazione di Regione Lombardia.

“Il vento è cambiato. La sicurezza è una priorità che il governo Meloni sta perseguendo con determinazione e ne registriamo gli effetti ogni giorno grazie all’ottimo lavoro svolto da prefetti, questori e da tutte le forze dell’ordine. Ringrazio, in particolare, la magistratura e la polizia di Stato per gli arresti di oggi, che si aggiungono a quelli già effettuati in precedenza e che sono il risultato di una lunga indagine sulle violenze avvenute a Capodanno” conclude.

 

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *