Twitter Files, Elon Musk svela come agivano i censori del pensiero unico: liste nere e visibilità oscurata
Mentre i giornalisti italiani di sinistra si lamentano della nuova gestione di Twitter da parte di Elon Musk, quest’ultimo si occupa di svelare in che modo nella precedente gestione venivano oscurati e limitati i contenuti “scomodi”. Una vera e propria operazione di censura che viene a galla grazie ai Twitter Files desecretati da Musk.
Twitter files, come funzionava la censura ufficiosa
Una parte dei Twitter Files è stata diffusa sulla piattaforma dall’ex editorialista del New York Times, Bari Weiss. Essi rivelano che “i team di dipendenti di Twitter creano liste nere, impediscono che i tweet sfavoriti diventino di tendenza e limitano attivamente la visibilità di interi account o persino argomenti di tendenza, il tutto in segreto, senza informare gli utenti”. Twitter una volta aveva la missione di “dare a tutti il potere di creare e condividere idee e informazioni all’istante, senza barriere”. Lungo la strada, tuttavia, furono erette barriere.
Il gruppo che ha deciso se limitare la portata di determinati utenti è stato lo Strategic Response Team – Global Escalation Team, o SRT-GET. Spesso gestiva fino a 200 “casi” al giorno.
Chi è finito nella lista nera di Twitter
Bari Weiss rivela a inoltre che a finire sulla lista nera era stato per esempio il professore Jay Bhattacharya il quale aveva detto che i lockdown erano nocivi per i bambini. In una «lista nera di ricerca» è finito inoltre il conduttore televisivo di Fox News Dan Bongino, mentre è stata ridotta l’amplificazione dei tweet dell’attivista conservatore Charlie Kirk.
La pratica del “filtro di visibilità”
Questo team di censori ufficiosi usava una pratica chiamata «filtro di visibilità». Usata per bloccare le ricerche di singoli utenti; limitare la portata della rilevabilità di un particolare tweet; impedire che i post di utenti selezionati appaiano nella pagina “di tendenza”.
Ma non finisce qui visto che Elon Musk ieri ha confermato, pur senza entrare nel dettaglio, che Twitter avrebbe utilizzato tecniche di «shadow banning» ai danni di candidati politici statunitensi e non. Una vicenda sulla quale sono attese ulteriori rivelazioni.