Urso: «Price cap? Battaglia vinta dall’Italia, ci siamo riusciti grazie al presidente Meloni»
”Questa misura” sul gas è stata «a lungo reclamata dall’Italia. Ci siamo riusciti grazie al presidente Meloni e il tetto finalmente si è realizzato. L’Italia è stata protagonista della battaglia in Europa». Lo sottolinea il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ospite di Adnkronos Live, parlando del price cap. Nel corso dell’intervista vengono affrontati tutti i temi di più stringente attualità, dal Qatargate alla manovra 2023, dall’invio di armi all’Ucraina alle elezioni regionali 2023.
Urso, dalla manovra a Qatargate
Qatargate. «Noi abbiamo un ottimo rapporto con il Qatar sia per le forniture di gas, sia per il rigassificatore più significativo che opera nel nostro Paese a Rovigo. Credo che i nostri rapporti commerciali, industriali continueranno nel reciproco interesse – afferma Urso – La vicenda riguarda le istituzioni europee e mi auguro che sarà fatta piena luce su tutto quello che è accaduto e siano prese anche le contromisure necessarie, come devono fare le democrazie. Altra cosa sono i rapporti tra gli Stati e le aziende, che noi dobbiamo preservare, consapevoli del nostro ruolo nel Mediterraneo e dell’importanza energetica del nostro Paese».
Manovra 2023. «Forza Italia vuole lo scudo penale per i reati fiscali? È una richiesta di una forza di maggioranza, il governo ha una sua rotta, il clima nel governo è straordinario, si va avanti sulla base di un mandato elettorale, ogni forza fa le sue richieste, non tutte saranno accolte», dice il ministro.
Urso sull’ex Ilva: «Dossier che si trascina da dieci anni»
Ex Ilva. «Questo dossier sulla Ex Ilva si trascina da dieci anni e sono intervenuti diversi governi. Stiamo dialogando con la proprietà per trovare la migliore soluzione perché l’Italia abbia un’azienda più green in Europa. Il governo è consapevole che va arrestato il declino dell’impresa. La produzione di acciaio si è ridotta a 3 milioni mentre è aumentato l’indebitamento. Dobbiamo rilanciare la produzione aziendale e ridurre l’indebitamento dell’azienda. Lo Stato deve fare lo Stato e le risorse che stiamo mettendo in campo sono ingenti. Stiamo lavorando per la riconversione industriale», sottolinea il ministro.
Tlc, Urso: «Insediato un tavolo con le parti»
Tlc. «Abbiamo insediato il tavolo con le parti, a cui partecipano tutti i ministeri competenti per materia e insieme parti pubbliche e private, per trovare una soluzione condivisa per una rete a controllo pubblico al servizio di imprese e famiglie che raggiunga tutti i distretti del Paese e per salvaguardare l’occupazione di Tim. Siamo attenti alla sostenibilità del progetto. Troveremo la soluzione migliore nel contesto dato” spiega Urso.
«Ita ha bisogno di un partner industriale forte»
Ita. «Ita ha bisogno di un partner industriale forte e internazionale. La nostra compagnia per il Giubileo del 2025 dovrà portare tanti pellegrini in un aeroporto importante come Roma». «Ita, certo mi piacerebbe si tornasse a chiamare Alitalia – dice il ministro – È un nome straordinario. Alitalia è stata la prima vetrina del Made in Italy nel mondo. Era considerata la compagnia di eccellenza. Ovviamente non si può tornare indietro nella storia, siamo una forza pragmatica che affronta la realtà e cerchiamo il bene del Paese».
Expo 2030
Expo 2030. «Penso che per Ita ci possa essere uno spazio per presidiare gli interessi del nostro Paese per un appuntamento certo che è quello del Giubileo del 2025 e di un altro che io mi auguro possa esserci, più laico ma altrettanto significativo, che è Roma 2030» sottolinea il ministro delle Imprese e del Made in Italy.
Per l’Expo del 2030 la capitale è in competizione con altre candidature dall’Arabia Saudita alla Corea del Sud e «tra gli altri attori in campo c’è anche Odessa: se Roma riuscisse a realizzare un’alleanza con Odessa che possa essere concepita come un collegamento anche etico e ideale con quella città, Expo sarebbe un fattore produttivo ma potrebbe evidenziare anche il valore delle libertà». Del resto, «noi vogliamo che l’Ucraina entri nella casa comune europea, credo se lo siano meritati».
«È giusto stare ora a fianco dell’Ucraina»
Armi all’Ucraina. Poi, sull’invio delle armi all’Ucraina, Urso ricorda che «è stato approvato quasi all’unanimità, legittimo poi cambiare idea, come successo ai Cinque Stelle, ma la decisione di sostenere l’Ucraina con invio di armi è stata utile». «E’ stato come se qualcuno avesse invaso il Nord Italia, questo è accaduto in Ucraina, loro si sono mobilitati con l’aiuto di altri, e ora stanno per riprendere questi territori», grazie anche agli aiuti militari, spiega il ministro. Riguardo alla segretezza della lista delle armi italiane inviate a Kiev, Urso dice: «Giusto che sia nota al Copasir, che resti secretata». «Che non sia nota all’altra parte» ai russi «è giusto, si tratta di una cosa molto delicata», ma «il Parlamento è informato». E a una precisa domanda risponde: «È giusto stare ora al fianco dell’Ucraina, e lo saremo anche per la ricostruzione». «L’Ucraina è giusto che entri nella casa comune europea, anche per come stanno resistendo”, aggiunge.
Sulle regionali nel Lazio
Regionali Lazio. Capitolo regionali nel Lazio. «Rocca un tecnico? Nella storia del centrodestra quella di chiamare a sé le energie migliori della società civile e produttiva è sempre stata una scelta fatta» evidenzia. «Il fatto che noi siamo un governo politico non esclude questa opzione», aggiunge il ministro. Si vuole valorizzare «la professionalità anche di chi l’ha espressa fuori dalla politica. I governi politici sono i governi indicati dagli elettori, poi possono essere composti da tecnici, da politici, da chi viene anche da altre esperienze di vita e abbia dimostrato il suo valore». «Rocca – ricorda – è stata una scelta comune degli alleati, pienamente condivisa», scelto «tra una rosa di politici e di tecnici». Rocca «viene da un’esperienza sociale tra l’altro, quella della Croce Rossa Internazionale, ha ricevuto un grande consenso in quella sede, sia per le sue capacità manageriali reali sia per la capacità chiara di coinvolgere».
Urso: «Nell’Ue serve una riforma del patto di stabilità»
Patto di stabilità. Nell’Ue serve «una riforma del patto di stabilità che deve diventare “di stabilità e sviluppo”» sottolinea il ministro delle Imprese e del Made in Italy, auspicando «una politica complessiva europea che si farà quando saremo al governo d’Europa dopo le elezioni europee del 2024». «Sotto la guida di Giorgia Meloni i conservatori potranno avere una rappresentanza più forte non solo nel Parlamento europeo ma anche nel consiglio d’Europa».