Vanzina spiega Vacanze di Natale: “Abbiamo raccontato l’Italia che i registi impegnati schifavano”

28 Dic 2022 10:10 - di Penelope Corrado
Vacanze di Natale, Vanzina

«Qualche anno fa mi hanno chiamato degli amici. Li aveva cercati Toninho Cerezo dal Brasile. Era disperato: a ogni fine anno lo chiamano in decine da Roma per sapere che programmi ha per il 31. E se va a letto presto, visto che è un professionista»: Così Enrico Vanzina, in un’intervista a Repubblica in vista del quarantesimo anniversario di “Vacanze di Natale” che cadrà nel 2023.

«È stato un grande film corale in un momento molto difficile per il cinema italiano – ricorda lo sceneggiatore che ha scritto il film con il fratello Carlo, che firmava anche la regia – in tema di interpreti: tutti i migliori-Verdone, Nuti, Troisi – si erano messi a fare i registi. E allora ne abbiamo inventati di nuovi».

Vacanze di Natale è arrivato dove non arrivavano i film impegnati

“Le ragioni del successo di Vacanze di Natale – spiega Vanzina – sono diverse. Ma una è più precisa delle altre: il tempo ha battuto l’ideologia. Mi spiego meglio. Esisteva un certo tipo di mondo, e anche di cinema, che pretendeva di spiegare la realtà senza guardarla. Aveva un impianto ideologico e non si è reso conto di quello che invece gli stava accadendo intorno. Con quel film noi abbiamo raccontano un pezzo di Paese che avevamo di fronte e che nessuno guardava, un po’ schifato. Era una cronaca precisa di un tempo che stava cambiando. Di una certa borghesia che puntava sull’avere e non sull’essere. Lo abbiamo cercato di fare con un approccio franco, divertente ma anche drammatico. Abbandonando ogni moralismo. Ripeto: noi lo abbiamo fatto senza saperlo. Ma visto oggi Vacanze di Natale è stato un mattoncino del racconto di un cambiamento sociologico che fino a quel momento non era mai stato intercettato”.

Enrico Vanzina: “È la foto di un’epoca buffa, sentimentale, caustica”

«È il nostro film più riuscito. È la foto di un’epoca buffa, sentimentale, caustica. Uno stracult», aggiunge Vanzina, che scrisse il film insieme al fratello Carlo su richiesta di Aurelio de Laurentiis: «Lo abbiamo scritto facendo quello che un grande partito di sinistra dovrebbe fare oggi». «Girando per Roma. In autobus, allo stadio, in discoteca. Osservando la gente. Come fai a raccontare se stai chiuso sempre nella stessa stanza, con le stesse persone?». Quanto ad un possibile remake o sequel, «mi chiedono spesso di rifare Vacanze di Natale. L’unico che può, è Aurelio De Laurentiis. Con me. Sono passati 40 anni, se lui lo volesse rifare, vediamo che succede».

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