Aborto, indecente sceneggiata del M5S. Il governo li mette in scacco (e salva la legge)
Un grossolano tentativo del M5S di mettere in difficoltà il governo sull’aborto ha dato in realtà all’esecutivo l’opportunità di mettere anche agli atti della Camera la volontà di non modificare la legge, sbugiardando una volta per tutte gli allarmi e le strumentalizzazioni della sinistra. In votazione c’era l’istituzione della Commissione parlamentare d’inchiesta sul femminicidio. In questo contesto, dunque fuori contesto, la pentastellata Stefania Ascari, supportata da Alleanza Verdi e sinistra, ha presentato un ordine del giorno che non solo impegnava il governo a non modificare la 194, ma a rafforzarla in modo da rendere l’aborto più facile. L’odg formulato in questi termini ha ricevuto il parere negativo dell’esecutivo e subito si sono levate le sirene di quelli che “il governo è contro le donne”. Lo stesso governo poi, però, ha riformulato il testo in modo da ribadire gli impegni assunti in campagna elettorale – e poi sempre ribaditi – a non toccare la legge. E alla fine la Camera ha votato il nuovo testo quasi all’unanimità, di fatto blindando una legge che, se fosse stato per la trovata del M5S, sarebbe finita davvero esposta alla possibilità di modifiche.
La grossolana mossa del M5S sulla 194
Mentre Ascari e Fratoianni urlavano contro l’attacco ai diritti delle donne, è toccato a Roberto Giachetti spiegare che un testo irricevibile, e quindi destinato a essere respinto, avrebbe aperto alle modifiche tanto temute. Il deputato del Terzo polo, infatti, ha messo in guardia l’aula sul «significato politico» di un eventuale voto contrario, che avrebbe rappresentato una pezza d’appoggio per eventuali futuri tentativi di intervento sulla legge. Per mettere una pezza allo scivolone del M5S-Avs è stato dunque necessario sospendere la seduta, per altro su richiesta del capogruppo di FdI, Tommaso Foti, e consentire al governo di riformulare l’odg. Il sottosegretario alla Giustizia, Andrea Ostellari, si è incaricato della pratica, riscrivendo il testo in una formulazione che «impegna il governo ad astenersi dall’intraprendere iniziative di carattere anche normativo volte ad eliminare o limitare il sistema di tutela garantito dalla legge 194 del 1978» e imprimendo, naturalmente, il parere positivo del governo. Il via libera a quel punto è arrivato quasi all’unanimità: 257 sì, nessun voto contrario e 3 astenuti. E si è sbloccato anche il voto sulla commissione sui femminicidi, approvata con 258 voti favorevoli e nessun contrario.
La faccia tosta dei pentastellati (e di Avs)
Il M5S, comunque, come da abitudine consolidata, ha rivendicato quanto accaduto come una propria grande vittoria. «Con il nostro testo ci siamo fatti argini contro le pulsioni patriarcali e reazionarie espresse da alcuni esponenti della maggioranza e detto a chiare lettere che non permetteremo mai che si riportino indietro le lancette della storia», ha sostenuto il capogruppo Francesco Silvestri, e fa niente che il testo approvato sia stato quello del governo. Per Ascari, poi, «l’approvazione dell’ordine del giorno M5S a mia prima firma che impegna il governo Meloni a non toccare la legge 194 segna una svolta nel dibattito su questo tema di estrema delicatezza». Ancora dura la capogruppo di Avs, Luana Zanella, secondo la quale «abbiamo costretto il governo ad una marcia indietro: c’è l’impegno esplicito e chiaro a non modificare la 194. Non c’è spazio possibile per i tentativi delle forze più conservatrici e oscurantiste della destra contro le donne», e fa niente, qui, che Meloni abbia ripetuto fino alla nausea che ad abolire la 194 non ci pensa proprio e che il suo intendimento è, semmai, quello di rafforzarla nella parte che riguarda la prevenzione.
Colosimo: «Su temi come l’aborto non si deve fare propaganda»
«Tentativo miseramente fallito. FdI difende la legge 194, rimarcando che non va cambiata in nessun modo», ha commentato la deputata Chiara Colosimo. «Ancora una volta – ha sottolineato – il M5S dimostra la sua inadeguatezza e impreparazione, avendo presentato un ordine del giorno in materia di aborto, alla proposta di legge che instituisce la bicamerale d’inchiesta sul femminicidio. Lo sgambetto tuttavia non è riuscito, perché sul tema FdI e tutto il centrodestra ha le idee chiarissime: piena attuazione sulla 194, nessuna donna dovrà abortire perché obbligata per questioni economiche, piena attuazione come ha ribadito più volte la nostra presidente Giorgia Meloni». «Strumentalizzare un tema così sensibile per le donne, inserendolo in un contesto dove il Parlamento si impegna a fermare un fenomeno sociale aberrante come il femminicidio, denota – ha quindi avvertito Colosimo – il totale scollamento dei pentastellati dalla realtà. Il governo ci ha messo una pezza, accogliendo l’odg con modifiche, perché su certi temi non si deve fare propaganda».