Acca Larenzia, FdI: “Il tempo non passa. Oggi vi dedichiamo la vittoria, fatta di amore e testa, sorrideteci”
“Si finiva per frequentare una sede del Movimento sociale italiano solo per amore. Perché tutt’intorno la società andava a sinistra. Il comunismo pareva un destino ineludibile, te lo raccontavano a scuola, all’università, nelle fabbriche, nei quartieri. E la Democrazia cristiana non aveva grande voglia di puntellare la libertà”. Così Fabio Rampelli su Facebook ricordando i 45 anni dalla strage di Acca Larenzia, nella quale persero la vita tre giovanissimi militanti del Fronte della Gioventù, Franco Bigonzetti, Francesco Ciavatta e Stefano Recchioni.
Acca Larenzia, Rampelli: entrammo nel Msi solo per amore
“Si entrava nel Fronte della Gioventù – continua il vicepresidente della Camera, all’epoca dirigente romano del FdG – per amore della libertà. Si entrava in un “covo” del Fuan (così lo chiamava la stampa) per amore dell’Italia. Per il gusto di essere patrioti mentre intorno la società ti raccontava che era peccato”. Per questo chi è caduto nell’epopea degli anni ‘70 è un eroe. “Si dichiarava di destra quando gli altri intorno dicevano fosse fascista. E insieme urlavano con la bava alla bocca che “uccidere un fascista non era reato”. Grazie Franco, Francesco, Stefano per il vostro coraggio. Vi avevamo promesso la vittoria, unica consolazione capace di dare un senso al non-senso del perdere la vita a vent’anni. Non la vendetta, che rabbiosamente volevano alcuni stolti. Ma la vittoria. Per conquistarla ci sono voluti tanto cuore, tanta testa e tanto tempo. Ma vittoria è stata. Sorrideteci ora dal cielo. E dateci la forza per non deludere la nostra comunità. Ancora una volta segnate il passo. E guidate il nostro viaggio terreno”.
Scurria e Foti: strage senza colpevoli, ora si faccia giustizia
Tanti gli omaggi a quasi mezzo secolo da quella immane tragedia. “Sono passati 45 anni dalla strage di Acca Larenzia, dove Franco Bigonzetti e Francesco Ciavatta, furono uccisi da alcuni colpi di mitra all’uscita dell’allora sezione missina. Un attentato al quale seguirono scontri con la Polizia, durante i quali perse la vita anche il militante Stefano Recchioni”, ricorda Marco Scurria, oggi senatore di Fratelli d’Italia: “Nessuna condanna è mai stata emessa. Ma questo non ferma l’esigenza di una verità e di una giustizia alle quali non si può rinunciare. Acca Larenzia è parte integrante della nostra storia. Non smettiamo di ricordare e di cercare giustizia per tre vite strappate a questo mondo prematuramente”. Anche il capogruppo di FdI alla Camera, Tommaso Foti, accende i riflettori sulla giustizia negata. “Dopo 45 anni resta una ferita mai rimarginata. Bigonzetti, Ciavatta e Recchioni e le loro famiglie non hanno ancora avuto pace e giustizia. Onorare la memoria di questi tre giovani innocenti è doverosa. E va accompagnata all’auspicio insistente che sia fatta piena luce sul barbaro assassinio commesso da un commando terrorista”.
Il pellegrinaggio laico all’ex sede del Msi. “Di padre in figlio”
In tanti questa mattina a Roma hanno reso omaggio alle vittime della strage, deponendo una corona d’alloro davanti al luogo dell’attacco. Tra questi deputati, senatori e consiglieri di FdI oltre a decine di militanti di Gioventù nazionale guidati da Francesco Todde. Presente in doppia veste il presidente del V municipio Nicola Franco. Massimo Milani, responsabile romano del partito di Giorgia Meloni ha ricordato la tragedia con un post sui social. “In ricordo della strage di Acca Larenzia, ragazzi giovanissimi che hanno sacrificato la vita per un’idea. Non verrete mai dimenticati. Franco, Francesco e Stefano. Di padre in figlio”.