Banana al compagno di squadra: per il rugbista Nemer squalifica di 5 mesi e “corsi” sui migranti
Squalifica fino al 30 giugno per Ivan Nemer. È questa la sanzione inflitta dal Tribunale federale della Fir al pilone della Benetton Rugby, 11 caps con la Nazionale, dopo quanto accaduto il mese scorso.
La denuncia di Cherif Traorè: “Mi ha dato una banana marcia a un pranzo”
Cherif Traorè aveva denunciato via social di aver ricevuto in regalo una banana marcia durante il Secret Santa, pranzo privato organizzato dai giocatori e contraddistinto da regali ironici. Ma Nemer si era spinto oltre. “Oltre al fatto di reputare il gesto offensivo, la cosa che mi ha fatto più male è stato vedere la maggior parte dei miei compagni presenti ridere, come se tutto fosse normale”, lo sfogo di Traorè. Poi il chiarimento e le scuse accettate ma il procedimento disciplinare è andato avanti.
Nel definire la sanzione il Tribunale Federale, “in accoglimento della richiesta di patteggiamento, ha tenuto in considerazione la volontà di Nemer di fare piena chiarezza su quanto avvenuto, il rammarico rappresentato nei confronti del proprio compagno, il riconoscimento del disdoro arrecato dal proprio comportamento all’immagine della franchigia Benetton Rugby, del Rugby italiano e del gioco in generale, nonché l’esemplare comportamento sempre mantenuto dall’atleta in campo e fuori nel corso della propria carriera”.
Il pilone della Benetton non farà ricorso: parteciperà a corsi sui migranti
Nemer non farà ricorso e la Federazione, in accordo col Benetton, ha stabilito che il giocatore “partecipi attivamente quale specialista della mischia ordinata al Progetto Migranti di FIR e che, contestualmente, prenda parte ad un percorso di formazione e sensibilizzazione su tematiche di integrazione presso una struttura indipendente, che verrà per lui appositamente individuato. Il futuro coinvolgimento dell’atleta nell’attività internazionale Fir è subordinato alla partecipazione a tempo indeterminato ed al successivo, positivo completamento del percorso di formazione e sensibilizzazione, che dovrà essere certificato dall’ente organizzatore”. “Il razzismo non ha e non avrà mai alcun ruolo nella mia vita, come non dovrebbe averne nella vita di ognuno di noi – ha commentato Nemer – Sono fortemente rammaricato da quanto è accaduto, dalla stupidità del mio gesto, dal dispiacere causato ad un amico, dall’aver arrecato danno alla mia squadra, ai compagni, al Paese che rappresento ed al gioco che amo”.
Nemer: “Sono argentino e vivo in un contesto multiculturale, il razzismo non c’entra”
“Vengo da un Paese multiculturale come l’Argentina, dove culture si mescolano da oltre un secolo, e divido da sempre lo spogliatoio ed il campo con compagni ed amici provenienti da tutto il mondo – ha detto ancora Nemer – Quanto è accaduto non mi rappresenta, ma al tempo stesso deve farmi e farci riflettere su quanto ancora debba essere fatto per modificare la nostra cultura, superare gli stereotipi più beceri, avvicinarci gli uni agli altri ancor più di quanto già non accada. Accetto la squalifica ed il percorso di reinserimento con serenità ma soprattutto confido, nei mesi e negli anni a venire, di poter contribuire con la mia testimonianza a sensibilizzare sempre più giovani rugbisti su temi che devono essere affrontati e compresi per rendere migliore non solo il nostro sport, ma il mondo in cui viviamo”