Bce, Lagarde non è infallibile. La sinistra sbaglia ad insultare Crosetto: fondate le sue critiche

4 Gen 2023 14:16 - di Valerio Falerni
Crosetto

Strana democrazia, la nostra. E ancor più strana laicità: puoi farti gioco del dogma della Santissima Trinità o della verginità della Madonna, ma non criticare le scelte della Banca centrale europea e della sua presidente Cristine Lagarde. Lo sa bene Guido Crosetto che ha osato porre all’Europa un tema dirimente per il futuro delle sue istituzioni e dei suoi cittadini: l’eccessiva indipendenza di organismi come la Bce e l’Eba (l’Autorità bancaria europea). «Abbiamo lasciato a organismi indipendenti – ha detto in un’intervista a Repubblica, e che rispondono solo a se stessi, la possibilità di incidere sulla vita dei cittadini e sull’economia in modo superiore alla Commissione europea e soprattutto ai governi nazionali».

Crosetto ha posto una grande questione politica

In pratica, Crosetto ha posto una grande questione. Che investe non solo il rapporto tra politica e finanza, ma anche quello tra istituzioni nazionali e sovranazionali da un lato e authority dall’altro. In più, ha voluto evidenziare l’avvenuto ribaltamento del baricentro decisionale: dai poteri legittimati dal consenso popolare ai poteri che ne sono privi. Ci sarebbe materia per discuterne in profondità. Accade, invece, che tutto si risolva in lazzi e frizzi. «Crosetto sembra Borghi», ha ironizzato Carlo Calenda, non senza aver prima bollato come «demenziale e pericolosa» l’intervista del ministro. Aggettivi scelti non a caso: solo un demente o un delinquente può avanzare dubbi sul dogma dell’infallibilità della Bce o della Lagarde.

Gli attacchi di Calenda e Della Vedova

Come Calenda anche Benedetto Della Vedova. Il segretario di +Europa bada al sodo e in tweet chiede di sapere se «anche Meloni vuole mettere in discussione autonomia e indipendenza della Bce». E così torna la blindatura ideologica degli organismi “irresponsabili” (nel senso che non rispondono a nessuno di quel che fanno). L’analisi di Crosetto nasce dalla constatazione del venir meno delle «tutele esterne» seguite al cambio della guardia al vertice della Bce tra Mario Draghi e la Lagarde. Il bazooka del primo ha protetto dalla speculazione i titoli del debito sovrano. Ora questo strumento non c’è. In compenso, la Lagarde ci alluviona di conferenze stampa che scatenano il panico nelle Borse di mezzo mondo. Come ha detto l’ex-ministro Maurizio Gasparri, che in una nota ha ricordato i «molti errori» della Lagarde, «il dogma dell’infallibilità vale per solo i Papi». E neanche sempre, aggiungiamo noi.

 

 

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