Benzinai, ultima chiamata al ministero per scongiurare lo sciopero. E i prezzi tornano a salire
Il ministero delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso ha convocato i rappresentanti dei benzinai per un incontro in extremis. Il fine è quello di scongiurare lo sciopero di 48 ore che parte da stasera. La convocazione è partita pochi minuti prima delle 15 e alcuni rappresentanti di categoria sono collegati via web.
La premier aveva annunciato ieri che non si torna indietro sul decreto Trasparenza e che “pubblicare il prezzo medio del carburante è di buon senso”. E’ proprio questo il punto che ha indotto Faib, Fegica e Figisc Confcommercio a scioperare oltre al fatto che la categoria si sentirebbe offesa dalle accuse di speculazione sui prezzi della benzina.
Intanto, nel fine settimana il prezzo dei carburanti ha subito aggiustamenti al rialzo: la benzina al “fai da te” è arrivata a 1,84 euro al litro, mentre il gasolio ha raggiunto 1,89 al litro.
“Più che uno sciopero dei benzinai, quello che partirà oggi è uno sciopero voluto e ordinato dalle compagnie petrolifere, vere protagoniste della battaglia contro la trasparenza sui prezzi dei carburanti”, denuncia Assoutenti, che segnala inoltre come i listini alla pompa di benzina e gasolio stiano salendo in concomitanza con l’avvio della serrata, realizzando l’ennesima speculazione a danno degli automobilisti.
“I gestori hanno già visto accolte le proprie richieste, con il Governo che ha modificato il decreto trasparenza rendendolo compatibile con le esigenze dei benzinai, circostanza che già di per sé fa venire meno le ragioni della protesta – spiega il presidente Furio Truzzi – Ad alimentare il sospetto che dietro la serrata dei distributori ci siano le compagnie petrolifere, è anche il fatto che migliaia di pompe presenti in Italia sono di proprietà delle società petrolifere, con i vari marchi che impongono il prezzo al pubblico lasciando un margine ridottissimo ai benzinai”.
Assoutenti segnala poi come molti benzinai hanno deciso di non aderire alla protesta, come quelli autonomi aderenti alle sigle Angac e Asnali, che contestano fortemente le pressioni per limitare la trasparenza sui prezzi.
Analoga denuncia da parte del Codacons. “I rincari dei listini alla pompa delle ultime ore rischiano di arrecare un danno economico ingente ai cittadini – spiega il presidente Carlo Rienzi – A fronte di uno stato di necessità rappresentato dall’esigenza degli automobilisti di fare il pieno di carburante per non ritrovarsi a secco nei due giorni di sciopero, gli stessi sono costretti a subire prezzi in rialzo su tutta la rete, una situazione che ancora una volta conferma tutti i nostri dubbi e le nostre denunce circa le anomalie nella formazione dei listini alla pompa”.