Blitz dei comunisti di Potere al Popolo contro i radical chic amici di Sala: “Archistar col c… degli altri”
Compagni contro. I comunisti duri e puri di Potere al Popolo all’assalto del sindaco Beppe Sala è un inizio col botto di questa campagna elettorale lombarda. Con una sinistra scissa e con sondaggi che sembrerebbero non dare scampo a Majorino, una bella contestazione comunista al raduno radical chic delle archistar tanto coccolate dal sindaco di Milano è quello che ci vuole per rinfrancare lo spirito. E mettersi con i pop corn a osservare come i “compagni” se le stiano dando di santa ragione. Infatti, anche Potere al popolo corre alle Regionali in Lombardia. Non certo con il dem Majorino, già assessore di Sala, troppo poco di sinistra per i gusti di Mara Ghidorzi, la candidata del partito di estrema sinistra. Sarà lei il quarto candidato contro il governatore uscente Attilio Fontana, Pierfrancesco Majorino (con l’appoggio del M5s) e la civica Letizia Moratti (su cui converge il Terzo polo).
La candidata alle Regionali di Potere al Popolo
Va da sé che la Ghidorzi non ha velleità di vittoria. Ma intanto picchia duro contro i miti dei radical chic. Prima “spedizione”, un’irruzione in una riunione di Stefano Boeri e altre archistar. Una manifestazione della quale circola su Instagram il video, con una didascalia inequivocabile. “Dopo aver consegnato le firme per la presentazione di Unione popolare Lombardia, abbiamo voluto aprire la campagna elettorale in un modo emblematico: andando a contestare un evento di archistar che pagano una miseria i lavoratori; offrendo paghe da 700 euro lordi al mese, che costruiscono case per ricchi e fanno solo greenwashing“. Lo slogan ha un titolo molto “diretto”, diciamo così: “Tutti archistar con il c***o degli altri. Schiavi mai!”. Uno slogan che campeggia su uno striscione srotolato sotto gli occhi dei presenti.
Lo striscione: “Tutti archistar con il c***o degli altri”
“Attraverseremo anche questo passaggio elettorale per portare la voce dei lavoratori: di chi si spezza la schiena tutti i giorni per salari da fame, di chi si vede negato il diritto alla casa e alla mobilità; e di tutti quelli che non sono rappresentati da un centrosinistra a guida PD”. Seguono attacchi – ma è naturale questo- al centrodestra. Quel che deriva da tutto questo teatrino è la tragedia in cui versa la sinistra italiana senza identità. E senza un ubi consistam. L’irruzione all’evento di Boeri – diciamolo, molto godibile- è un chiaro rifiuto delle politiche delle giunte Sala. Stefano Boeri è da tempo impegnato professionalmente e anche politicamente per la città di Milano: nel 2010 si è candidato per le primarie del Partito Democratico di Milano come candidato sindaco, ma a vincere le primarie fu Giuliano Pisapia. Ottiene comunque più di 13.000 preferenze come capogruppo del PD nel comune di Milano, e nel 2011 quindi viene nominato assessore alla Cultura, Moda, Design ed Expo, incarico che ricopre fino al 2013. Ma per i sinistri è un radical chic, altra corrente “antropologica” vista dai compagni come il fumo negli occhi. “Siamo uniti solo su un punto”, ha detto un esponente dem giorni fa: “Stiamo diventando ridicoli”.