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Fidanza

Carlo Fidanza: ondata di fango contro di me, non dimenticherò gli occhi dei miei figli…

Politica - di Redazione - 14 Gennaio 2023 - AGGIORNATO 14 Gennaio 2023 alle 18:17

Carlo Fidanza esce a testa alta dall’inchiesta sulla cosiddetta lobby nera che ha colpito lui e la sua famiglia, ma la Procura di Milano si sta ancora occupando di lui. E’ arrivata ieri infatti la chiusura delle indagini per corruzione “per atti contrari ai doveri d’ufficio” a suo carico. Secondo l’accusa l’ex consigliere Giovanni Acri avrebbe lasciato il suo incarico nel consiglio comunale a Brescia, il 25 giugno 2021, facendo subentrare il primo dei non eletti, ossia Calovini, vicino a Fidanza, e in cambio, secondo l’accusa, avrebbe ottenuto l’assunzione del figlio, Jacopo Acri, come assistente dell’europarlamentare. Fidanza si dice certo di poter dimostrare che non vi fu alcuna corruzione. 

Intanto si toglie qualche sassolino sulla gogna mediatica che è partita contro di lui nell’ottobre 2021 grazie al sito Fanpage.it spalleggiato da Corrado Formigli che ha dato grande risalto alla fuffa del giornale con almeno quattro puntate del suo programma Piazzapulita. In una intervista sulla Verità, Fidanza si chiede come mai nessuno abbia parlato di lobby rossa a proposito del Qatargate. Spiega poi di non avere mai usato il termine “lavatrice” a proposito dei finanziamenti. “Erano millanterie da parte di altri. Io nei giorni precedenti avevo già rifiutato offerte insistenti di contributi irregolari da parte dello stesso soggetto, stranamente quei colloqui non sono stati trasmessi. In quel frangente volevo soltanto capire quali fossero le reali intenzioni dei protagonisti. Tant’ è che da quel momento in poi non ho avuto più alcun contatto e ovviamente, al contrario di quello che ho letto nell’atto di chiusura indagini, nemmeno la scenografica consegna del trolley era minimamente concordata con me. Avevo intuito qualcosa di strano, ma ho pensato di trovarmi in presenza di quello che a Milano chiamiamo uno “zanza”, può capitare. Non ho mai pensato potesse essere un giornalista sotto mentite spoglie”.

Quell’ondata di fango lo ha fatto arrabbiare. Lo ha amareggiato. Perché – spiega – lo hanno fatto passare “per impresentabile dopo trent’ anni di militanza politica senza macchia. Anzi no, quello che non ho perdonato sono gli occhi dei miei figli quel maledetto giorno in cui per la prima volta hanno dubitato dell’onestà del loro padre. Un dolore difficile da raccontare”.
E sull’inchiesta di Fanpage cita un comunicato dell’Unione delle Camere penali: “Siamo giunti ad un crocevia estremamente pericoloso, nel quale le persone sono offerte in pasto all’opinione pubblica sulla base di informazioni raccolte nel corso di una vera e propria ‘indagine privata’, che addirittura precede e ‘genera’ la vicenda procedimentale propriamente intesa, che non conosce termini da osservare, autorizzazioni da chiedere, contraddittori da rispettare, che si avvale dei mezzi più invasivi della privacy, di intercettazioni ambientali, telecamere nascoste e agenti provocatori, i cui risultati vengono divulgati senza alcun controllo”. Siamo di fronte, insomma, a “una nuova pericolosa frontiera del processo mediatico”».

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di Redazione - 14 Gennaio 2023