Cinema: trent’anni senza Audrey Hepburn, una delle più grandi attrici della storia
Impossibile dimenticare la sofisticata ragazza in tubino nero di Givenchy, incorniciato da fili di perle e diamanti sulla scollatura, che sbocconcella un croissant davanti alla vetrina di una nota gioielleria in una New York semideserta all’alba. È Holly Golightly, il personaggio che trasforma Audrey Hepburn in un mito della cinematografia mondiale nel film “Colazione da Tiffany”, nato dalla penna di Truman Capote e portato sullo schermo da Blake Edwards.
Audrey Hepburn, stile ed eleganza
Un’attrice senza tempo, icona assoluta di stile ed eleganza, che a trent’anni dalla morte avvenuta il 20 gennaio 1993 a Tolochenaz, in Svizzera, dove risiedeva, è più che mai viva anche grazie ai social network che l’hanno fatta riscoprire alle generazioni più giovani come modello di classe e portamento. Il tubino nero del film oggi si trova al Museo del costume di Madrid, ma una copia, realizzata da chi aveva creato l’originale, ovvero lo stilista Hubert de Givenchy, è stata venduta a un’asta da Christie’s nel 2006 per ben 467.000 sterline, pari a circa 712.000 euro.
Dalla danza alla passione per la recitazione
Figlia dell’inglese Joseph Anthony Ruston e della sua seconda moglie, la baronessa olandese Ella van Heemstra, Audrey Hepburn nasce a Ixelles, un lussuoso quartiere del comune di Bruxelles in Belgio, il 4 maggio 1929. Durante la Seconda Guerra Mondiale si trasferisce con la madre ad Arnhem, in Olanda, dove studia danza e frequenta il Conservatorio, diventando una vera ballerina. Trasferitasi a Londra nel 1948, si perfeziona con Marie Rambert, insegnante del celebre danzatore Vaclav Nizinskij. Ma la sua passione per la recitazione la spinge prima sul palcoscenico, scelta dalla scrittrice Colette per interpretare il ruolo da protagonista in “Gigi”, il suo celebre romanzo trasformato in musical a Broadway. La sua interpretazione riceve molte lodi e le viene assegnato il premio Theatre World Award per il suo esordio.
L’esordio al cinema nel 1952
Grazie a Valentina Cortese esordisce al cinema nel ’52 in “The Secret People” nel ruolo di una ballerina, accanto all’attrice italiana che è la protagonista e con la quale avvia una buona amicizia. Le porti di Hollywood si spalancano per la Hepburn con ‘Vacanze romane’, che le valgono anche un Oscar come Miglior attrice nel 1954. Il regista William Wyler voleva Elizabeth Taylor per quel ruolo ma sceglie la Hepburn dopo un provino: «Aveva tutto quello che stavo cercando, fascino, innocenza e talento», sono le parole di Wyler. Dopo ‘Vacanze romane’ è la volta di “Sabrina” di Billy Wilder, accanto a Humphrey Bogart e William Holden. Un film che segna la nascita dell’amicizia tra l’attrice e lo stilista Hubert de Givenchy, che firma i costumi indossati dalla Hepburn nella pellicola. “Sabrina” la lancia nell’Olimpo delle dive di Hollywood. La sua figura snella e il suo stile elegante diventano modello di riferimento.
Audrey Hepburn e il suo amore per l’Italia
La Hepburn recita quindi in “Cenerentola a Parigi” con Fred Astaire, in “La storia di una monaca” di Zinneman, “Gli inesorabili” di John Huston al fianco di Anthony Perkins e Burt Lancaster. Nel ’61 arriva “Colazione da Tiffany”, che fa della Hepburn l’icona assoluta di stile, e nel ’64 “My Fair lady” di George Cuckor accanto a Rex Harrison. E poi ancora una serie di successi fino all’ultima apparizione sul grande schermo in “Always – Per sempre” di Steven Spielberg nel 1988. Il suo stile, la sua eleganza, il suo amore per l’Italia (è stata sposata con lo psichiatra Andrea Dotti dal quale ha avuto un figlio, Luca), il suo altruismo (è stata ambasciatrice Unicef e si è dedicata all’aiuto dei bambini nei paesi poveri del mondo), ne fanno una figura unica che oggi, a trent’anni dalla sua morte causata da un cancro all’intestino, non ha ancora un’erede.