Cinghiali, la follia nei gruppi di quartiere di Roma: “Villa Pamphili è casa loro, il problema è l’uomo”
L’uomo, i cani, l’appropriazione della natura. A leggere alcune discussioni nei gruppi di quartiere di Roma sembra che per certe anime belle il problema dei cinghiali a tutto si possa attribuire meno al fatto che in città questi animali non ci dovrebbero essere. Un dibattito di questo tipo si registra in queste ore su un gruppo di Monteverde, zona fino a poche settimane fa poco interessata dal problema, che ora, invece, fronteggia come altre della città.
La discussione per un avvistamento dei cinghiali di Roma a Villa Pamphili
Una cittadina ha postato una foto, per sua stessa ammissione poco nitida, di un cinghiale che si aggirava per Villa Pamphili, dando indicazioni sui luoghi in cui era stato avvistato e invitando a fare attenzione. Di fatto, un post di servizio, senza commenti e senza polemiche. Mal gliene incolse. I ringraziamenti per l’avvertimento sono stati affossati da un profluvio di critiche e da un acceso moto di biasimo per questo tipo di denunce che mettono a rischio «animali innocui». Le tesi sostenute a difesa della presenza dei cinghiali sono le più varie: il problema sono i cani senza guinzaglio; è l’uomo che non deve «rompere le scatole» ai cinghiali; Villa Pamphili «non è un giardinetto pubblico», ma un parco appannaggio degli animali selvatici. E, ancora, «non andate nei parchi se non volete avvistare animali»; «se ne stanno a Villa Pamphili, che è casa loro»; «alla razza umana bisogna fare attenzione, non ai cinghiali»; «è un cinghiale, mica un orso o un leone».
Il post di avvertimento accusato di fare «terrorismo»
Dunque, il post di avvertimento si è trasformato presto, nella lettura di questi utenti, in un post che voleva fare «terrorismo». Un’accusa presto estesa a chiunque si permettesse di segnalare che la convivenza tra uomini e cinghiali può essere complicata, che nelle nostre città si sono registrate aggressioni, anche gravi, e che Villa Pamphili non è un bosco, ma un parco cittadino fortemente frequentato dai bambini. Qualcuno ha anche accusato di «disagio sociale» la povera cittadini che si era permessa di fare la segnalazione e con lei chiunque manifestasse preoccupazione o la ringraziasse.
Il precedente della Balduina: la donna aggredita finita sotto accusa
Non si tratta del resto di una novità. Qualche tempo fa una discussione del genere si era verificata in un gruppo della Balduina, con l’aggravante che quel dibattito faceva seguito all’aggressione subita da una cittadina mentre era a spasso col cane e finita miracolosamente senza conseguenze gravi, grazie all’intervento di un automobilista di passaggio. Alcuni cittadini erano legittimamente sconvolti dall’accaduto e avevano avuto la pessima idea di ammetterlo. Risultato: si sono ritrovati alle prese con brillanti ragionamenti secondo i quali la colpa era della vittima, che aveva avuto l’impudenza di voler approfittare dell’uscita col cane per buttare la spazzatura, la dabbenaggine di non accorgersi della presenza del cinghiale e l’inettitudine di non riuscire a impedirgli di abbaiare quando ormai era troppo tardi. Il tutto non in una “natura selvaggia” come quella di Villa Pamphili, ma in una strada di quartiere circondata da eleganti palazzi e villini dei primi del Novecento.