Emanuele Blandamura, dalla difficile vita nella periferia di Roma ai trionfi nel pugilato
Riceviamo e volentieri pubblichiamo
Sliding doors. Chi non ricorda il celebre film di fine millennio? Una giovane Gwyneth Paltrow per una manciata di secondi prendeva o perdeva quel treno della metropolitana che in un modo o nell’altro avrebbe cambiato il proprio destino e quello del bambino che portava in grembo. Le stesse due parole potrebbero riassumere la storia di tante persone che spesso, per una manciata di secondi vedono il loro destino cambiare in modo positivo o negativo. Venti anni prima di quel film nasceva ad Udine Emanuele Blandamura, un ragazzo come tanti, destinato a una vita sui freddi e laboriosi monti del nordest, con poca voglia di studiare come tanti alla sua età, che pensava più a divertirsi che ad altro.
Sliding doors ed Emanuele Blandamura: il parallelo
Come purtroppo spesso accade a casa di Emanuele le cose non vanno bene e la famiglia decide di abbandonarlo portandolo, come un semplice pacco postale, dai parenti paterni in una lontana borgata di Roma, a Monte Cervialto, senza volerne più sapere più di tanto. La borgata, quella come tutte le altre, per chi non ha una gran voglia di studiare ma di passare il proprio tempo in piazza può essere pericolosa, le brutte amicizie sono dietro l’angolo e se il carattere di un ragazzo non è troppo forte è facile farsi affascinare dal capobranco, soprattutto quando, visto il carattere “esuberante” di Emanuele è proprio il capobranco che ti mette gli occhi addosso permettendoti di diventare un suo amico stretto e fidato.
Le giornate difficili nella periferia di Roma
La vita di Emanuele diventa una vita come tante in alcune zone periferiche di Roma, si studia poco e controvoglia mentre si passano le giornate tra una birra con gli amici, una ragazza e tante scazzottate che ad uno come lui in qualche modo piacciono e riescono pure. Ma proprio il 1998, l’anno in cui usciva il film, fu l’anno della svolta. Ci racconta Emanuele: «Sentivo che dovevo cambiare vita, iniziai a pensare alla boxe. Ero deciso a mettere un freno a quella vita sregolata ed entrai in una palestra di pugilato, sia per difendermi che per autoregolarmi. Trovai il grande maestro Guido Fiermonte, 83 anni all’epoca, che però non scommise subito su di me proprio per il mio stile di vita da bullo e decise di cacciarmi. Quel momento fu il mio Sliding doors, una forza di rivalsa interna mi portò a credere sempre di più nella noble art, che mi spinse ad allenarmi con tenacia tutti i giorni per dimostrare prima a mio nonno ed agli altri, oltre che a me stesso, chi potessi diventare».
Si aprono le porte del professionismo
Dopo 44 match dilettantistici, con un tabellino di 30 vittorie e solo 14 tra sconfitte e pareggi per il 27enne Emanuele Blandamura, si aprono le porte del professionismo. All’età di 31 anni conquista il suo primo titolo del Mediterraneo WBC nei pesi medi, quello Intercontinentale nel 2012, dal 2013 al 2017 per ben 3 volte campione d’Europa ed a sfiorare il titolo mondiale nel 2018 quando perderà, a Yokohama, in casa del già campione olimpico e mondiale Ryota Murata, per kot deciso dai giudici all’ottava ripresa.
Campione italiano ad honorem
Nel 2019 tenta un rilancio mondiale contro Morrison e nel 2022 la federazione decide di premiarlo come campione italiano ad Honorem Oggi Emanuele Blandamura, ha deciso di mettere a disposizione dei giovani, soprattutto quelli più problematici, la sua esperienza di vita, da potenziale bullo di quartiere è diventato prima scrittore con una autobiografia che nel Regno Unito risultò tra le più lette nell’estate del 2018 e ad oggi ambasciatore della federazione pugilistica con il progetto “boxando s’impara” in cui si impegna per combattere ogni forma di bullismo e per far capire ai ragazzi le loro potenzialità per sfruttarle nel migliore dei modi, non solo nello sport ma in ogni ambito, artistico, culturale e musicale.
L’impegno di Emanuele Blandamura
«Sono Ambassador e consigliere nazionale per l’OPES un ente del Coni, ambasciatore Funvic Unesco Brasile per la pace, ho da poco aperto con il mio amico il Prof Antonio Imeneo l’associazione “Ti Gonfio di Baci” per la quale giriamo il mondo al fine di portare un contributo di pace e solidarietà alle persone. Sto frequentando una scuola di PNL proprio per acquisire un Master a livello mondiale con il prof Vincenzo Gengaro. Ho anche un secondo libro in cantiere che sta per iniziare a prendere forma. Un manuale pedagogico e di vita a testimonianza che i pensieri e le azioni non vanno mai messe in forma negativa. Con Opes porto avanti nelle scuole tanti progetti contro il bullismo. Collaboro con la casa famiglia Approdo dove i ragazzi sono ormai diventati miei amici, loro in realtà cambiano di continuo ma le loro storie no. Un pensiero buddista dice che “la sfortuna viene dalla bocca e ci rovina mentre la fortuna viene dal cuore e ci rende nobili” è un insegnamento del maestro Daisaku Ikeda della Soka Gakkai la stessa di Roberto Baggio e di Tina Turner. Sto preparando un secondo libro con il prof Antonino Mancuso, coordinatore provinciale del MIUR, ma ne parleremo in futuro…». Grazie al suo impegno costante è stato chiamato il 13 dicembre scorso a parlare ai ragazzi nelle aule dell’Università di Tor Vergata, oltre che periodicamente nelle carceri e nelle scuole, per aiutarli a trovare quel percorso che potenzialmente li porterà a diventare, nei loro più disparati ambiti, campioni del domani.