Esquilino, Rampelli: trasformato in un hub per l’accoglienza. Gualtieri non addossi il degrado sui residenti
Esquilino, uno dei sette colli da cui si erge Roma, ridotto a refugium peccatorum di emarginati e criminalità. Una giungla d’asfalto che il numero uno del Campidoglio Gualtieri sembra continuare a relegare a un sottomondo ai confini della legalità. E su questo è intervenuto il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli di Fratelli d’Italia. Intanto precisando che «il sindaco di Roma non può risolvere il problema dei senza fissa dimora scaricando sui residenti dell’Esquilino tutto il peso sociale di questo dramma».
Rampelli (Fdi): basta con l’Esquilino trasformato in un hub per l’accoglienza
Quindi puntualizzando che: «Il rione è già pesantemente provato dall’illegalità e dalla criminalità diffusa. Insieme al racket che gestisce prostituzione e spaccio. Fino all’imperversare dei mini market bengalesi e del commercio cinese, frutto – come sottolineato dalla Dia in atti ufficiali – degli investimenti della mafia cinese». E ancora: «La stazione Termini, porta della Capitale è sempre più simile alla porta d’ingresso all’inferno dantesco. Sono certo che il ministro Piantedosi, da me sensibilizzato nel corso di diversi incontri su questo problema quando era prefetto di Roma, saprà incrementare il controllo per aumentare la sicurezza. Garantire il decoro e la dignità. Il nuovo prefetto Bruno Frattasi, a sua volta, proseguirà l’intenso lavoro del suo predecessore, inducendo il sindaco Gualtieri a retrocedere dalla sua intenzione».
«Il sindaco Gualtieri non può scaricare il dramma dei senza fissa dimora sui residenti di quel quartiere»
Il dramma dei senza fissa dimora, prosegue quindi Rampelli, «aumentati a dismisura in questi anni, devono essere sistemati in sedi adeguate. Purché dislocate in tutto il Comune in piccoli insediamenti, liberando l’Esquilino, rione umbertino a vocazione turistica, cerniera tra il centro storico e la stazione ferroviaria, da un destino improprio. Quello di diventare un hub dell’accoglienza». Del resto, conclude il vicepresidente della Camera, «anche uno sprovveduto capirebbe l’incompatibilità di questa funzione con un rione porta d’accesso di eventi mondiali come il Giubileo e l’Expo 2030. Gualtieri non improvvisi soluzioni strampalate e indecorose per Roma e la sua immagine. L’immigrazione irregolare – conclude quindi Rampelli – si paleserà già automaticamente sull’Esquilino. Cercare una sede ulteriore per i senza fissa dimora suona come un’inaccettabile condanna per la Città Eterna».