Foti: “La casa non si tocca. L’Europa non può scaricare sulle famiglie i costi della transizione energetica”
Direttiva devastante, gli immobili sono nel mirino della Ue. “La casa è sacra e non si tocca. Fratelli d’Italia mette in guardia dal tentativo dell’Unione europea di rifilare all’Italia, con la direttiva sull’ efficientamento energetico, una patrimoniale camuffata che va a ledere i diritti dei proprietari. La proposta di subordinare la possibilità di vendita o fitto di un immobile appartenente ad una classe energetica alta è una ipotesi irrealistica. Contro la quale abbiamo presentato un’apposita risoluzione in Parlamento. Vogliamo sperare che alla nostra battaglia in difesa delle case degli italiani si uniscano anche le molteplici sinistre. Che dichiarano di essere dalla parte dei cittadini, questo è il momento di dimostrarlo con i fatti”. Non poteva essere più chiaro e netto il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera dei deputati, Tommaso Foti. La nuova direttiva “green” europea che obbliga a ristrutturare le case è una follia bella e buona.
Foti: “La casa non si tocca”. Scongiurare un’eco-patrimoniale europea
“Scongiurare l’arrivo di una eco-patrimoniale europea” è anche l’allarme di Confedilizia che in Italia rappresenta l’Unione internazionale della proprietà immobiliare (Uipi). E che sta seguendo, da oltre un anno e mezzo, i lavori della Commissione, del Consiglio e del Parlamento Ue sul progetto di rifusione della direttiva sull’efficienza energetica nell’edilizia. Contenuto nel pacchetto “Fit for 55”. Che potrebbe profilare, in assenza di una modifica nella parte relativa alle tempistiche e alle classi energetiche, il rischio ristrutturazione, in pochi anni, per milioni di edifici residenziali. Un salasso economico per le famiglie.
Casa, stangata Ue: una follia: in Italia 9 milioni di abitazioni da ristrutturare in breve tempo
Sarebbe una catastrofe economica per milioni di proprietari. “Ci appelliamo al Governo e alle forze politiche. Affinché venga svolta ogni possibile azione per far sì che l’imminente fase finale di esame della bozza di direttiva possa condurre a ripensare all’ impostazione. Che per l’Italia avrebbe conseguenze devastanti.”, si legge nella nota di Confedilizia. FdI si è già attivato, come dichiarato da Foti. Che aggiunge: “In Italia, dove c’è una proprietà immobiliare diffusa, sarebbero 9 milioni gli immobili da ristrutturare in tempi brevi, entro il 2030, secondo la direttiva allo studio dell’Ue. Una misura che avrebbe un impatto devastante sul mercato immobiliare, sui cittadini e sulle famiglie. L’Europa non può scaricare sulle famiglie italiane i costi della transizione energetica. Se si esagera sulla sostenibilità ambientale, senza neppure preoccuparsi di una adeguata gradualità temporale entro cui intervenire, si mette a rischio la sostenibilità sociale“.
Confedilizia confida nel governo
Nel testo della proposta ora all’esame del Parlamento europeo, infatti, sono presenti una serie di norme che dispongono interventi obbligatori sugli immobili finalizzati a far scomparire quelli con ridotte prestazioni energetiche. Ma secondo una tempistica molto ravvicinata, il che contrasta in modo netto con le peculiarità del patrimonio immobiliare italiano (risalente nel tempo e di proprietà diffusa, sovente di tipo condominiale). “In particolare, tra le proposte di compromesso all’esame della Commissione energia del Parlamento europeo il prossimo 9 febbraio, ci sono gli edifici residenziali e le unità immobiliari che dovranno raggiungere entro il 1° gennaio 2030 almeno la classe energetica E ; ed entro il 1° gennaio 2033 almeno la classe di prestazione energetica D”. Ed è questo il passaggio cruciale che metterà in ginocchio i proprietari