Giustizia, da Berlusconi pieno sostegno a Nordio: «La sua riforma è liberale e garantista»
Sostenere Nordio per ricordare le battaglie di Forza Italia sulla giustizia. Silvio Berlusconi affianca Giorgia Meloni nel compito di difendere il Guardasigilli dagli attacchi scomposti venuti dall’opposizione. Il garantismo è da sempre una bandiera degli “azzurri” ed è normale che il Cavaliere accorra a sventolarla nel momento in cui il premier lo ha innalzato. Dopo tutto, a breve su voterà in due regioni fondamentali come Lombardia e Lazio. Si spiega anche così il video postato sui social di primo mattino dal titolo “Vogliamo una giustizia giusta, ecco perché votare FI“. Una difesa a tutto campo di Nordio, eletto nelle liste di Fratelli d’Italia. «Dopo molto tempo – esordisce Berlusconi -, l’Italia ha un ministro della Giustizia di cultura liberale e garantista profondamente affine alla nostra».
Così Berlusconi in un video
L’ex-premier, tuttavia, non manca di evidenziare, con evidente riferimento alle posizioni espresse dal Terzo polo, come le riforme annunciate da Nordio «trovano un significativo consenso anche oltre il perimetro della maggioranza». L‘ex-premier soppesa attentamente le parole. È il primo a sapere che sarebbe un errore rinfocolare il ventennale scontro sulla giustizia. «Il nostro obiettivo – assicura, infatti – non è certo un conflitto fra politica e magistratura. Le nostre riforme non sono contro i magistrati, sono per i cittadini». Non manca, ovviamente, lo spunto contro le toghe rosse. «Alcuni di questi magistrati – ricorda – sono passati direttamente dai loro uffici giudiziari alle aule del Parlamento, nelle file dei 5Stelle. Questo dimostra quanto poco quei magistrati potessero essere imparziali».
La polemica contro le toghe politicizzate
Ma riconosce anche che non tutte le toghe sono così. «Noi – promette Berlusconi – vogliamo valorizzare la professionalità dei magistrati seri, quelli che fanno le inchieste senza calpestare la dignità e la libertà dei cittadini. E quelli che giudicano senza essere condizionati da preclusioni ideologiche o da calcoli di carriera». Capitolo intercettazioni: anche qui il leader “azzurro” parla il linguaggio della chiarezza. «Noi sappiamo benissimo che in alcuni casi le intercettazioni sono uno strumento di indagine necessario – premette -. Nessuno ha mai pensato di impedirne o di limitarne l’utilizzo per le indagini di mafia o di terrorismo». I problema sono gli abusi. E Berlusconi lo rimarca: «Non possiamo trattare tutti i cittadini come se fossero sospetti mafiosi o sospetti terroristi. Lo stato di diritto e la libertà dei cittadini sono grandi temi sui quali si dovrebbe lavorare insieme. Noi siamo pronti a farlo».