Governo, Galli della Loggia zittisce i gufi: «La Meloni è una novità da non sprecare»
«Il coraggio di cambiare». Non ci gira troppo intorno, Ernesto Galli della Loggia, nel sintetizzare il senso del suo editoriale-appello a Giorgia Meloni. La premier – è la tesi del professore – è circondata da un diffuso sentimento di simpatia mista a curiosità. L’accompagna, insomma, un mix di benevola attesa che il Corriere della Sera segnala sin dal titolo come «una novità da non sprecare». Tanto più, scrive Galli della Loggia, che «la vittoria di Fratelli d’Italia è stata in grandissima parte la sua (della Meloni, ndr) vittoria, la vittoria della sua volontà, del suo carattere, della sua grinta». Un trionfo dai tratti, dunque, spiccatamente personalistici, che carica la Meloni di particolari responsabilità.
Così Galli della Loggia sul Corriere della Sera
A cominciare da quella «di rivendicare il diritto a cambiare e di spiegarlo al Paese». L’editorialista si riferisce al fatto che la visuale del governo offre un’inquadratura della realtà e delle sue sfaccettature diversa da quella dell’opposizione. «Il potere per sua natura costringe a cambiare», sottolinea in proposito Galli della Loggia. In tale contesto anche il riferimento alla coerenza va diversamente declinato. «Sarebbe tra l’altro – spiega – una sorprendente e utilissima lezione di politica impartita alla demagogia dell’antipolitica». Quel che il professore auspica è un «discorso di verità» sui tanti nodi irrisolti.
«Il premier non si esaurisca in mediazioni»
«Nell’ambito demografico – scrive -, dell’istruzione, del Welfare, dell’integrazione degli immigrati, del perenne abisso tra il Nord e il Sud della Penisola, del fisco e della finanza pubblica, abbiamo un bisogno assoluto di fare scelte vitali per il nostro futuro». E ancora: «Ciò che conta è che il presidente del Consiglio si misuri con le questioni davvero cruciali del Paese evitando di esaurirsi tra le mediazioni e i compromessi che in queste settimane le ambizioni dei partiti e dei loro capi e capetti già hanno fatto mostra di voler imporre al governo». E qui l’editoriale si trasforma in un appello alla Meloni a non lasciarsi «prendere in ostaggio». «Non rinunci – conclude Galli della Loggia – a quanto il suo temperamento e il suo intuito le consigliano pur di guidare un governo che alla fine sarebbe eguale a quelli di sempre».