Il piagnisteo delle Ong non attacca più, bufera social sulla Geo Barents: “Vi spaventa l’Adriatico?” (video)
Niente, non c’è niente da fare: sono ormai interminabili giorni che le navi delle Ong si lamentano per l’assegnazione del porto di Ancona assegnato per lo sbarco dei migranti a bordo della Ocean Viking e della Geo Barents. Norme e divieti gli vanno stretti, e non potendo aggirarli, continuano nella loro loro opera di piagnistei e allarmi, rilanciati a più riprese nel tentativo di imporre i loro diktat. Ma se in passato hanno deciso il bello e il cattivo tempo, stavolta non ci può essere speronamento o diktat che tenga. Anzi, la loro insistenza a questo punto non attacca neppure con gli utenti social che, sulle ultime lagnanze della Geo Barents – che anche dal mare della Rete ha provato a imbastire l’ultima polemica – hanno risposto piccati e spazientiti, smontando le accuse rivolte al governo tra le righe di post e recriminazioni. Ma andiamo con ordine.
Migranti, le Ong insistono a volersi scegliere il potere di sbarco
La nave Geo Barents di Medici senza Frontiere, con a bordo 73 migranti, dovrebbe arrivare domani mattina, intorno alle 8 ad Ancona. La nave avrebbe dovuto attraccare nel porto sicuro assegnato dal governo già nel primo pomeriggio di oggi, ma stando al diario di bordo, le difficili condizioni meteo hanno rallentato la traversata. «Stiamo andando a 2,5 nodi, invece di 10», dichiara Fulvia Conte, responsabile dei soccorsi della Geo Barents. «Ci sono onde alte fino a 4 metri. I 73 sopravvissuti sono sul ponte più alto della nave, quello più basso è allagato. Qui il mal di mare si sente di più. Stiamo distribuendo a tutti bustine per non vomitare». Insomma mare mosso e mal di mare, quello che può capitare quando ci si imbarca anche da Napoli a Capri…
Ong, Geo Barents piagnucola sui social e annuncia ritardi per l’approdo ad Ancona
E quanto sicuramente sarà capitato già in mille altre traversate salpando dalle coste libiche o da Tunisi, alla volta del Belpaese. Ma che Medici senza Frontiere, in queste ore, ha più volte rilanciato, sventolando il vessillo dell’emergenza per tornare a rivendicare lo status quo ante il decreto. Ossia, sostenendo ancora una volta che «questa situazione poteva essere evitata assegnando alla Geo Barents un porto sicuro più vicino». Una rivendicazione – quello del porto più vicino – che ha ridotto al collasso gli approdi del Sud, trasformati in colabrodo dalle Ong. E che hanno indotto governo e Viminale a dirottare gli sbarchi anche su altre destinazioni.
Il ponte inferiore della #GeoBarents è allagato. I sopravvissuti a bordo sono stati evacuati sul ponte superiore. Tutti mostrano sintomi di mal di mare.
❗️ ❗️ Data la difficile navigazione, potremmo arrivare ad #Ancona con un giorno di ritardo. pic.twitter.com/QvafUHWmvk
— MediciSenzaFrontiere (@MSF_ITALIA) January 10, 2023
Migranti, l’accoglienza a corrente alternata della sinistra
Come noto, a dar manforte a questa polemica gratuita e strumentale, è intervenuta la sinistra. Che, non trovando argomenti migliori a cui aggrapparsi per attaccare il governo Meloni – dato che il decreto Piantedosi è stato improntato in modo tale da collimare perfettamente con quanto sancito dal diritto internazionale – ha sollevato una polemica prettamente ideologica sul colore delle città di sbarco. Un caso, montato ad arte, che alla fine ha smascherato solo una verità: l’accogliente Pd, ormai al delirio, è disponibile a mostrarsi ospitale solo se e quando sono le città amministrate dal centrodestra a dover gestire emergenze e criticità…
Geo Barents, bufera sul web, gli utenti spazientiti: «Basta terrorismo pietistico»
Ma tant’è. E cosi, mentre a Palazzo Chigi è in corso un vertice di maggioranza su sicurezza e migranti – presenti, oltre al premier Giorgia Meloni e ai due vice, Matteo Salvini e Antonio Tajani, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e i vertici dell’intelligence – sui social infuria la tempesta polemica. E questa sì che fa traballare l’attendibilità delle recriminazioni propagandistiche delle Ong che incalzano esecutivo e Viminale per ottenere non già porti sicuri, ma i porti in Italia che hanno l’assurda pretesa di voler scegliere loro. Ma il popolo del web non cede a quello che qualcuno definisce nientemeno che «terrorismo pietistico». Anzi, controbatte, indignato e ironico, alle lagnanze veementi…
La Geo Barents: i social tra indignazione e ironia
«Tunisi era a due passi oppure la Spagna…ah no , il vostro amico non li vuole, posta qualcuno». «C’era Malta, la Grecia , l’Albania e via via i Balcani. Eravate già approdati da giorni», rileva un secondo. E ancora: «Cambiate comandante», ribatte qualcun altro, mentre c’è chi nota sarcasticamente: «Fino a ieri daje coi viaggi a manetta nel Mediterraneo, adesso non reggete l’Adriatico che è praticamente un lago? Fate pena». Un post a cui si aggiunge a stretto giro quello di chi, sul punto, rileva anche: «Se queste navi non sono in grado di affrontare 40 nodi, bisognerebbe tenerle ormeggiate in porto, siamo nel mar Adriatico, non in Oceano. Tutto questo schifo finirà solo quando l’Eu deciderà di aiutare questi poveri Cristo nella loro terra».
Il web alle Ong: «Dovete smetterla di far parte del gioco dei trafficanti»
E così, di pubblicazione in pubblicazione, fino ad arrivare a chi tuona, sottolineando: «Dovete smetterla di far parte del gioco dei trafficanti. Dovete invece, aiutare i governi in maniera concreta per risolvere il problema all’origine!». E chi, allo stesso tempo, sbotta: «Siete petulanti e molesti! Evidentemente il vostro obiettivo non è salvare chi è in difficoltà, ma, con protervia, forzare la mano e dare fastidio al Paese che vi accoglie e che voi dovreste rispettare e anche ringraziare. Siamo stufi di voi e dei vostri opachi traffici». Fino a chi, tirando amaramente le somme, sentenzia: «Siete criminali, state shakerando il poveri 37 immigrati per potere frignare perché il porto è lontano, della sicurezza delle persone non vi importa. Solo business…»