Iran, giustiziati altri due giovani: negato l’ultimo saluto alle famiglie. L’Ue: «Inorriditi. Basta»
In Iran sono state eseguite altre due condanne a morte in relazione ai disordini scoppiati lo scorso settembre dopo la morte della giovane Mahsa Amini, deceduta dopo essere stata arrestata per non aver indossato il velo in modo corretto. Secondo quanto riferito da Mizan Online, agenzia di stampa legata alla magistratura, Mohammad Mahdi Karami e Seyyed Mohammad Hosseini, le cui pene capitali erano state confermate nei giorni scorsi, sono stati giustiziati tramite impiccagione con l’accusa di essere «i principali responsabili – si legge in una nota – del crimine che ha portati al martirio» del paramilitare Basij, Ruhollah Ajamian, ucciso durante le proteste.
Ai due giovani giustiziati negato il diritto alla difesa
Secondo quanto riferisce l’Iran International, Karami non avrebbe avuto la possibilità di vedere per un’ultima volta la sua famiglia, mentre entrambi i giovani giustiziati non avrebbero potuto scegliere i propri avvocati, né avere accesso alle prove dell’accusa. «La situazione si sta facendo sempre più tesa e sono previste altre sentenze capitali. È inaccettabile – ha commentato la parlamentare di FdI, Sara Kelany – che ai manifestanti ancora imprigionati e sottoposti a processi sommari sia negato anche il diritto di difesa, sono plurime le denunce di avvocati infatti che affermano che sarebbe negato anche il diritto di scegliersi un difensore».
Kelany: «Inaccettabile. Verso l’Iran servono ulteriori iniziative»
«Occorre mettere un freno a questo scempio compiuto dal regime degli ayatollah. Mettere a morte chi coraggiosamente manifesta per la propria libertà è una barbarie e – ha aggiunto la deputata – sulla scia del richiamo dell’ambasciatore designato iraniano da parte del ministro degli Esteri Tajani, occorrerà prendere ulteriori iniziative e insistere per una moratoria delle pene di morte per i manifestanti. Come dimostrato dalla ferma reazione diplomatica del governo Meloni dei giorni scorsi, non abbasseremo la guardia su questa emergenza e resteremo fieramente al fianco del popolo iraniano».
L’Ue: «Siamo inorriditi. Basta esecuzioni»
L’Ue, ribadendo il proprio no alla pena di morte, si è detta «inorridita» dalle due esecuzioni attraverso una nota del portavoce dell’Alto rappresentante per la politica estera europea, in cui si sottolinea che «questo è un altro segno della violenta repressione delle manifestazioni da parte delle autorità iraniane». «L’Unione europea – si legge nel comunicato – invita ancora una volta le autorità iraniane a porre immediatamente fine alla pratica fortemente da condannare di imporre ed eseguire condanne a morte nei confronti dei manifestanti. L’Ue invita inoltre le autorità ad annullare senza indugio le recenti condanne a morte già pronunciate nel contesto delle proteste in corso e a garantire un giusto processo a tutti i detenuti».