Iran, il nuovo ambasciatore a Roma nega tutto e difende la polizia e le esecuzioni capitali
Il nuovo ambasciatore iraniano a Roma, Mohammad Reza Sabouri, dice di aspettarsi da parte delle autorità italiane “un atteggiamento più costruttivo”. Lo ha affermato nel corso di una conferenza stampa durante la quale ha respinto le accuse dell’Occidente al governo iraniano e ha difeso la condotta del regime degli ayatollah.
L’ambasciatore dell’Iran: la polizia non affronta i disordini con le armi
“Le forze dell’ordine” iraniane “nell’affrontare questi disordini non sono armate e tra loro si contano 8mila feriti e più di 50 morti”, ha dichiarato il nuovo ambasciatore iraniano difendendo la dura repressione attuata nelle città dell’Iran. Tra le centinaia di vittime, “non più di 300 persone” secondo l’ambasciatore, “abbiamo riscontrato che molti sono stati uccisi con armi non in dotazione alle nostre forze dell’ordine e qui c’è un grande punto interrogativo sui chi ha utilizzato queste armi per uccidere”. Nega dunque violenze e uccisioni il nuovo ambasciatore.
“Le condanne a morte avvenute dopo regolare processo”
“Abbiamo avuto anche alcuni episodi tristi e incresciosi – ha aggiunto – Abbiamo riscontrato che alcune delle persone che hanno perso la vita avevano reagito ai disordini schierandosi con le forze dell’ordine“. Ha anche difeso le condanne a morte. “Le persone contro le quali in questi tempi recenti è stata applicata la pena capitale sono persone che hanno subito un processo equo, che hanno avuto garanzie legali ed i tribunali che li hanno processati offrivano loro adeguate garanzie. Solo dopo tutte le verifiche necessarie sono state condannate a morte”.
“In base alle leggi e alla legislazione dell’Iran la pena capitale è autorizzata per i reati più gravi – ha aggiunto – in Iran le proteste sono ammesse, le manifestazioni sono permesse quando sono pacifiche ma laddove cambiano natura e diventano disordini violenti questo non è accettabile”.
Violenze sulle detenute? “Gli uomini non hanno accesso dove sono rinchiuse le donne”
Infine, Sabouri ha respinto anche le accuse sulle violenze in carcere subite dalle detenute. Il procuratore generale – ha detto in conferenza stampa – ha disposto che iniziassero indagini “approfondite per verificare la veridicità” delle denunce di violenze sessuali in carcere sulle manifestanti arrestate in Iran e “anche l’Organizzazione per la difesa dei diritti umani sta svolgendo delle indagini. In base ai dati diffusi dal procuratore generale, nelle prigioni dove sono rinchiuse le detenute non hanno accesso gli uomini”.