Iran, la magistratura conferma due condanne a morte. Incriminati per spionaggio due francesi
L’Iran prosegue imperterrito a comminare altre condanne a morte, alcune già eseguite nelle scorse settimane, per reprimere la rivolta in corso nel Paese.
La Corte Suprema iraniana ha confermato oggi la condanna a morte di due persone ed un nuovo processo per altre tre nell’ambito del caso dell’uccisione di un membro della milizia Basij durante le manifestazioni contro il regime.
La Corte ha confermato con una nota “le pene per Mohammad Mahdi Karami e Seyed Mohammad Hosseini”, mentre quelle per Hamid Ghare-Hasanlou, Hossein Mohammadi e Reza Aria sono state annullate per vizi di procedura ed è stato ordinato un nuovo processo”.
In primo grado tutti e cinque erano stati condannati a morte per l’uccisione il 3 novembre scorso a Karaj, a ovest di Teheran, di un membro della milizia paramilitare iraniana legata ai Guardiani della rivoluzione.
Altri 11 imputati erano stati condannati a lunghe pene detentive, ma anche loro saranno sottoposti a nuovo processo per “errori nell’inchiesta”.
Secondo Amnesty International, Hamid Ghare-Hasanlou, un medico, e la moglie Farzaneh stavano andando ai funerali di un manifestante ucciso durante le proteste in Iran per la morte di Mahsa Amini quando sono finiti “in mezzo al caos” dell’attacco contro il miliziano.
E due cittadini francesi sono stati incriminati in Iran con l’accusa di spionaggio, ha rivelato un portavoce della magistratura di Teheran.
I due, di cui non è stata fornita l’identità, sono anche accusati di “cospirazione contro la sicurezza nazionale”.
A novembre il ministro degli Esteri francese Catherine Colonna aveva confermato l’arresto di due cittadini francesi nell’ambito delle proteste contro il regime che vanno avanti dalla metà di settembre.