L’amarezza di Alvaro Vitali: “Ero del Pci ma la sinistra mi snobbava, La Russa invece andava matto per me…”
“Sì, ero del Pci, ma quando andavo davanti a Montecitorio, quelli di sinistra mi evitavano, invece Ignazio La Russa andava matto per me…”. Alvaro Vitali, personaggio e attore popolare che ha segnato un generazione di cinema italiano considerato di “serie B”, in una intervista a Repubblica racconta una carriera in trincea ma anche una militanza politica di sinistra della quale, tanto per cambiare, si è poi pentito e dalla quale è rimasto deluso. Protagonisti di decine di commedie sexy all’italiana, Alvaro Vitali ha lavorato con le più belle attrici del cinema degli anni Ottanta, pur essendo lui, non avvenente, condannato a ruoli da caratterista che gli hanno concesso poche occasioni per evidenziare un talento che solo Federico Fellini, a un certo punto, gli aveva riconosciuto.
Alvaro Vitali, la sinistra, Fellini e il cinema
Vitali racconta a Repubblica il suo esordio con Federico Fellini: “Facevo l’elettricista a Trastevere. Un giorno venne a trovarmi uno del mio quartiere, Pippo Spoletini, che di mestiere faceva il capogruppo sui set: reclutava le comparse per il cinema. Mi disse che Federico Fellini cercava un ragazzino magro come me. ‘Chi è Fellini?’ gli chiesi. ‘Sì, sì, ma capirai, io al cinema andavo a vedere i film con Franco Franchi e Ciccio Ingrassia… Il sabato successivo mi ritrovai nel teatro numero 5 di Cinecittà, circondato da clown, mangiafuochi, ballerine. Mi fecero attendere sette ore seduto su una panchina. Poi fecero entrare me e un ragazzo napoletano in una sala enorme, avevo un faro puntato contro alle cui spalle scorsi una macchina da presa enorme. Su una scala svettava un signore di cui, accecato, distinsi soltanto il capello e una sciarpa. Disse soltanto, con voce stridula: ‘Chi di voi sa fare il fischio del merlo?’ Fischiai a tutti i polmoni. La vocina disse: ‘Maurizio, prendi lui che l’altro sta ancora aspettando il merlo’. Ma Fellini non c’era, era l’assistente. Non sapevo fischiare come il merlo, ma non importava, era un test su chi fosse più sveglio, più motivato. Vinsi io. In Satyricon 3 ebbi una particina, dovevo fare un imperatore”.
Il racconto della sua vita e della passione per la politica
L’attore romano parla di quell’Italia degli anni Ottanta di impegno politico: “Io sono di sinistra, all’epoca votavo Pci. Tutta la mia famiglia votava Pci. Ho più volte attaccato i manifesti, annunciato comizi, giravo con l’auto con l’altoparlante sul tetto e davo gli annunci: ‘Stasera parlerà l’onorevole Pajetta!’. Avevo uno zio, Franco Vitali, che lavorava a Botteghe Oscure. Andava spesso a Mosca. Ma il Pci non mi ha mai invitato una sola volta alla festa dell’Unità: a me piaceva andarci, ci sono sempre andato da privato”. Oggi vota Pd? “No, per me il Pd è la Dc. Volevo votare per i partiti minori della sinistra, ma poi mi sembrava una preferenza persa. Mi sono astenuto. Quando tornerà la vera sinistra tornerò al seggio”.
E la destra? “Quando andavo davanti a Montecitorio, quelli di sinistra mi evitavano, invece Ignazio La Russa andava matto per me: “Intervistami tu!”, diceva” (fa l’imitazione di La Russa). “Ma io l’ho sempre pensata all’opposto”.