Meloni incontra i vertici del Mes a Palazzo Chigi: “Così non va, servono dei correttivi”
Il Mes, il fondo europeo salva-Stati, va corretto affinché diventi «uno strumento effettivamente capace di rispondere alle esigenze delle diverse economie». Una presa di posizione netta, quella che il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni ha ribadito nel suo incontro con il direttore generale del Mes, Pierre Gramegna.
Meloni chiede di cambiare il Mes: “A queste condizioni non lo userà nessuno”
Nel corso del colloquio Meloni ha evidenziato «l’anomalia – si legge nella nota diramata da Palazzo Chigi – di uno strumento economico-finanziario che, pur disponendo di ingenti risorse, non viene utilizzato da lungo tempo dagli Stati aderenti nonostante la difficile congiuntura economica nella quale si trovano. Situazione che, a giudizio di molti e viste le diverse criticità che permangono, non sembra destinata a cambiare a seguito della riforma del Mes».
«Il presidente del Consiglio ha auspicato infine con il direttore Gramegna, al suo primo incontro formale con un capo di governo di uno Stato membro, la possibilità di verificare, insieme agli altri Stati aderenti al Mes, possibili correttivi volti a rendere il Meccanismo europeo di stabilità uno strumento effettivamente capace di rispondere alle esigenze delle diverse economie».
Che cosa aveva detto Meloni alla conferenza stampa di fine anno
Concetti che il premier aveva espresso anche nella sua conferenza stampa di fine anno. «Ho intenzione di chiedere un incontro con il direttore del Mes per vedere come cambiare questo strumento con vincoli meno stringenti che possono creare problemi al nostro debito pubblico», aveva anticipato la Meloni, aggiungendo: «Della ratifica del Mes discuteremo col Parlamento, ma fino a quando ci sarò io al governo l’Italia non userà mai il Mes».
«Fino a quando sarò al governo l’Italia non userà il Mes»
Il presidente del Consiglio ha spiegato in più occasioni che l’attuale Mes non verrà usato da nessun Paese ma allo stesso tempo non ha senso lasciare “bloccati lì decine di miliardi di euro” che potrebbero essere usati diversamente. Nel nuovo Mes ci sono troppe condizionalità e il suo ruolo di creditore privilegiato è negativo per un Paese come l’Italia. Il premier aveva poi sottolineato che non compromettere i conti pubblici è una misura che tutela i risparmiatori che comprano il debito pubblico. Nell’incontro di Palazzo Chigi, Meloni non ha fatto altro che ribadire concetti già espressi in campagna elettorale e, quindi, coerentemente ripetuti anche al dg del Mes.