Messina Denaro, dal covo del boss spunta di tutto: anche profilattici e pillole blu. Meno che documenti…
Dal rifugio segreto di Matteo Messina Denaro sta venendo fuori di tutto: profilattici e Viagra compresi. Il covo dove si nascondeva il boss durante la sua latitanza si sta rivelando una fucina di informazioni su come – tra vizi, vezzi, stranezze e quotidianità – la primula rossa ha trascorso il suo tempo da ricercato. Un appartamento, il suo, che gli inquirenti stanno passando al setaccio e che, oltre ai farmaci. Agli abiti griffati. A diverse ricevute di ristoranti, e alle tante piccole testimonianze di una certa propensione a una vita dispendiosa – tipica di un amante del lusso e delle griffe – sta rivelando a mano a mano acquisizioni più o meno stravaganti.
Messina Denaro, dal covo del boss spunta di tutto. Profilattici compresi
Dunque, con gli inquirenti al lavoro con perquisizioni e rilievi nell’appartamento di Messina Denaro, impegnati a cercare di ricostruire gli incontri. Le conoscenze. Le frequentazioni del boss, l’ultima rilevazione nell’immobile intestato ad Andrea Bonafede – l’alias usato dal capomafia durante la sua latitanza – svela un ulteriore dettaglio sulla vita dell’ex pupillo di Totò Riina: nei suoi anni di auto-segregazione non si sarebbe lesinato niente. Non si sarebbe negato molto, neppure sul fronte della vita sessuale, a dimostrazione che la nota passione del boss per le donne non si è mai sopita. Neppure nei periodi trascorsi nascosto agli occhi del mondo.
Tra capi griffati e sfizi di lusso, anche pillole blu…
È quanto emerge dai profilattici che i carabinieri del Ros hanno trovato nel covo, sito nel cuore del centro storico di Campobello di Mazara (Trapani). Insieme con delle pillole che aiutano a potenziare le prestazioni sessuali. In mezzo a sneakers, Prada e Vuitton. Alle decine di paia di scarpe. Ai profumi, agli occhiali, e agli orpelli tipici di un outfit costoso, trovati nell’abitazione che Messina Denaro ha utilizzato come rifugio nell’ultimo anno della sua latitanza “di lusso”. Hanno trovato di tutto, insomma. Tranne che, come sottolinea il Corriere della sera, qualunque sorta di «documenti: dato che spinge gli inquirenti a ipotizzare che il boss per nascondere il suo tesoro usasse un altro luogo».