Messina Denaro in carcere: non si pente, non parla, non accende la tv. Si indaga sulla rete dei fiancheggiatori
Matteo Messina Denaro, secondo quanto riporta l’agenzia AdnKronos, inizierà domani la somministrazione della chemioterapia in una stanza clinica allestita, d’accordo con la Asl, accanto alla sua cella. Il boss mafioso, arrestato lunedì scorso dopo 30 anni di latitanza, è stato sottoposto a colloquio psichiatrico al termine del quale non sarebbero state riscontrate particolari patologie psichiche ma anzi sarebbe stato confermato il suo deciso proposito di non parlare o pentirsi.
Fisico ‘palestrato’ e depilato, al suo ingresso nella sezione del carcere dell’Aquila riservata al regime del 41 bis indossava ancora gli abiti con i quali è stato immortalato dalle telecamere lunedì scorso nel momento della cattura: per questo, attraverso il cappellano del penitenziario, gli sono stati messi a disposizione abiti e biancheria intima di ricambio e un piccolo sussidio economico per affrontare i primi giorni di reclusione.
Nei suoi primi due giorni trascorsi in cella in regime di isolamento Messina Denaro non ha mai voluto accendere la televisione, preferendo restare a letto.
Si conosce intanto il nome del proprietario del secondo covo del boss: si chiama Errico Risalvato, che fu indagato per mafia e poi assolto. Il fratello, Giovanni Risalvato, venne condannato per mafia. E non si ferma la ricerca dei fiancheggiatori: perquisito, nell’ambito dell’inchiesta sulla rete che ha supportato la latitanza di Matteo Messina Denaro, il reparto di Oncologia dell’ospedale Sant’Antonio Abate di Trapani. Qui, il boss mafioso si sarebbe rivolto per eseguire una serie di esami istologici per il suo tumore al colon. Gli inquirenti stanno cercando di verificare se i medici fossero a conoscenza della vera identità di Andrea Bonafede, alias Matteo Messina Denaro.
E c’è anche un secondo medico indagato. Si tratta di un oncologo, il trapanese Filippo Zerilli. Secondo la Procura di Palermo, che continua a indagare dopo la cattura dell’ex latitante, il medico avrebbe seguito degli esami al boss che si faceva chiamare Andrea Bonafede. Ieri è stato iscritto nel registro degli indagati un altro medico, Alfonso Tumbarello, medico di base di Campobello di Mazara. Anche lui aveva curato Messina Denaro.