Messina Denaro, trovato a Campobello di Mazara un secondo covo, a 400 metri dal primo
È stato trovato un secondo covo ascrivibile a Matteo Messina Denaro la cui esistenza era stata ipotizzata già nell’immediatezza dell’arresto del boss mafioso catturato mentre si recava alla clinica Maddalena di Palermo per sottoporsi ai consueti trattamenti oncologici dopo aver scoperto l’aggravamento della malattia che gli era stata diagnosticata.
I Ros dei carabinieri avrebbero individuato il secondo covo in uso al boss Matteo Messina Denaro in un appartamento che si trova sempre a Campobello di Mazara in provincia di Trapani, raggiunto subito dal procuratore aggiunto Paolo Guido che conduce le indagini dopo la cattura dell’ex-latitante.
Sembra che il boss abbia fatto realizzare un piccolo bunker nell’appartamento identificato dopo minuziose ricerche.
Il nuovo covo, individuato dai Ros dei carabinieri, si troverebbe, come apprende l’Adnkronos, a circa 400 metri in linea d’aria dal primo trovato nella notte tra lunedì e martedì.
Non si stupisce l’ex-procuratore aggiunto alla Dda di Palermo e pm nel processo sulla cosiddetta ‘Trattativa Stato-Mafia’, Vittorio Teresi, oggi in pensione, che Matteo Messina Denaro abbia trascorso almeno l’ultimo anno della sua latitanza trentennale in un appartamento a Campobello di Mazara, a pochi chilometri dalla ‘sua’ Castelvetrano.
“Nessuno dei grandi boss che abbiamo ricercato per anni, da Riina a Provenzano, ha mai lasciato il suo territorio. – ricorda Teresi. – Erano in zona, gestivano il potere dall’unico luogo in cui potevano farlo. Non è un inedito, ma la normalità purtroppo. E la dice lunga anche sulle connivenze, sulle coperture di cui queste latitanze hanno goduto”.
Per Vittorio Teresi la cattura di Matteo Messina Denaro rappresenta “concretamente la fine della stagione stragista dei corleonesi. Non è, però, la fine della mafia perché da 30 anni a questa parte Cosa nostra è quella che era prima dell’avvento dei corleonesi: la mafia della connivenze, delle collusioni e delle corruzioni, la mafia che lavora in silenzio, che convive con lo Stato. L’anomalia della mafia sono stati i 15 anni dei corleonesi. Oggi con l’arresto Messina Denaro quella stagione è certamente finita”.