Migranti, al caos il governo risponde coi fatti: il piano per arginare flussi e tragedie

11 Gen 2023 20:00 - di Lorenza Mariani
Migranti

Migranti, alle polemiche strumentali, il governo risponde coi fatti. Con la Geo Barents in arrivo al porto di Ancona tra le polemiche delle Ong recalcitranti sul decreto e le nuove norme che prevede, il governo sta contemporaneamente delineando e strutturando una strategia per rallentare i flussi di migranti verso l’Italia, strategia che passa da accordi con i paesi di partenza. E allora, è stato questo il “piatto forte” del vertice di maggioranza tenutosi nel pomeriggio a Palazzo Chigi, presenti il premier Giorgia Meloni e i due vicepremier, Matteo Salvini e Antonio Tajani, oltre al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. Al tavolo anche i vertici dell’Intelligence: e proprio per questo dalla riunione trapela ben poco. Ma uno dei tasselli. Forse il grimaldello principale, è quello di un quadro, in via di definizione, per frenare le partenze.

Migranti, vertice a Palazzo Chigi tra Meloni, i vicepremier e il ministro Piantedosi

In quest’ottica i viaggi che il ministro degli Esteri e vicepremier, Tajani, ha già in agenda: in Turchia – venerdì – e a seguire Tunisia e Libia, saranno funzionali alla strategia che l’esecutivo sta impiantando per limitare le partenze e lo stra-potere gestito fin qui da Ong e trafficanti di essere umani. Una via d’uscita per scongiurare il dramma delle morti in mare e dei traffici clandestini. Pertanto, come ha spiegato Fabio Raimondo, Capogruppo di Fdi in commissione Trasporti e relatore del provvedimento: «Il decreto che abbiamo incardinato oggi nelle Commissioni congiunte Affari Costituzionali e Trasporti ha un obiettivo preciso: ricondurre l’attività di soccorso delle navi di Organizzazioni non governative nella cornice del diritto internazionale».

Fdi: «L’obiettivo del dl è ricondurre l’operato delle Ong in una cornice di diritto internazionale»

«Per questo Fratelli d’Italia – ha poi proseguito Raimondo – rivendica con orgoglio questo provvedimento. Le Ong devono smetterla di decidere in totale autonomia. Il pattugliamento delle acque del Mediterraneo non può durare giorni con centinaia di persone a bordo per poi dirigersi in porto una volta raggiunta la capienza massima. Questo processo va regolamentato in armonia con i trattati internazionali. In parallelo il governo sta cominciando un lavoro di modifica a livello europeo delle modalità di accoglienza. Per questo il lavoro che cominciamo oggi è di fondamentale importanza: bisogna riportare un po’ di ordine e di certezza del diritto nella normativa».

Migranti, «finalmente regolamentata una situazione lasciata a se stessa»

«La nostra – ha quindi concluso l’onorevole Raimondo – non è una guerra alle Ong. Ma queste devono capire che il tempo dell’anarchia è finito. Con le nuove disposizioni introdotte nel decreto viene finalmente regolamentata una situazione lasciata a se stessa. In cui soggetti privati che operano anche con finalità politiche decidono arbitrariamente quante e quali persone far entrare in Italia». Laddove finora sono stati scafisti e Ong a decidere i termini di “quanti e quali”, giocando sulla sorte di esseri umani che rischiano la vita salpando. E che, una volta soccorsi, finiscono in mano alle Ong che, finora, hanno deliberatamente gestito tempi e rotte.

Le Ong refrattarie alle norme del decreto, ma finora…

Anche tenendo i migranti recuperati a bordo, fermi in mare. Magari per giorni. E comunque in attesa di nuovi interventi, mirati a riempire le imbarcazioni con una sola missione, “ottimizzando” a loro arbitrio tempi e spazi delle manovre di salvataggio. Anche a fronte di ciò, il ritardo della Geo Barents che lamenta distanze e tempi di approdo, stante tanto e tale pregresso risulta sempre più strumentale e strumentalizzato.

 

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