Migranti, “l’accogliente” Pd vaneggia: le regioni rosse in tilt contestano gli sbarchi nei loro porti
Il buonismo dell'”accogliente” Pd viene meno quando l’ospitalità investe i porti delle città che i dem amministrano. Siamo alle solite: armiamoci e partite. Ma una volta arrivati, sbarcate pure, purché lontani da noi… E giù con il delirio ideologico che grida a una «vergognosa strategia del Governo» (così Rachele Scarpa, deputata Partito Democratico ieri). E che accusa «il governo di mandare le navi nelle città guidate dal Pd, come presa dal copione della peggiore destra americana: i governatori Gop che mandano i migranti “a casa di Kamala Harris” o a Martha’s Vineyard» (recita il tweet, sempre di ieri, vergato dall’esponente del Pd, Filippo Sensi).
Migranti, il Pd “accogliente” crolla e delira
Ma quelli appena citati sono solo gli ultimi due deliranti messaggi, in ordine di tempo, lanciati nel mare della Rete e dei media da membri del Nazareno al crollo psicologico. Deliri a cui, sempre ieri, ha risposto in un’unica soluzione soluzione il sottosegretario al ministero dell’Interno ed esponente di Fratelli d’Italia, Wanda Ferro. La quale, interpellata dall’Adnkronos in merito alle recriminazioni furoreggianti con cui i dem, ormai da giorni, incalzano l’esecutivo, ha puntualizzato: navi di migranti dirottate verso i porti delle città guidate dal Pd? «Non c’è assolutamente alcuna scelta di natura politica da parte del governo». Nulla di pianificato o nulla di strumentale, insomma. Solo decisioni che rispondono a motivazioni di necessità logistiche.
Migranti e porti: la risposta del sottosegretario Wanda Ferro alle polemiche del Pd
Del resto, come ha ricordato sempre Wanda Ferro, «l’ultimo decreto varato dal governo prevede lo sbarco nel porto più sicuro, non in quello più vicino. A tutela degli immigrati ma anche della sicurezza dei territori». Nessuna scelta politica, dunque, da parte del ministro Piantedosi? «Assolutamente no. Spesso la solidarietà di tanti si limita alle notizie dei telegiornali». Così, alla sindaca di Ancona alla quale sfugge «la logica della decisione del governo», il sottosegretario al Viminale replica: «Credo non possa sfuggire la logica di altri sindaci che dichiarano di essere al collasso. Mi riferisco per esempio a Lampedusa, Roccella Ionica»…
Migranti, spunta l’ipotesi Genova
Per gli stessi motivi, infatti, anche Genova potrebbe rientrare nell’elenco dei porti sicuri da destinare ai migranti. E non si può escludere che venga chiamata in causa pure La Spezia, sulla base delle necessità di accoglienza dei migranti sul territorio, altrimenti accompagnati in pullman nelle stesse destinazioni. Difficile invece che il porto di Trieste venga inserito nella lista degli approdi possibili: la città infatti, come noto, è già alle prese con l’accoglienza di chi supera la frontiera a piedi. E poco hanno da fibrillare gli amministratori dem, come qualche giorno fa il governatore dell’Emilia Romagna, che è insorto sull’approdo a Ravenna della Ocean Viking, dimostrando come accoglienza e solidarietà siano per la sinistra valori opinabili. O comunque suscettibili ad argomentazioni quanto meno di tipo geografico…
Sinistra in tilt, ma i porti del sud sono al collasso
A loro, come ai dubbi e alle insinuazioni che la Repubblica ieri ha pubblicato in prima pagina, ha risposto sempre il sottosegretario ferro che, dal Viminale ha ribadito: «Molti predicano la solidarietà e l’accoglienza, sulla stampa, quando leggono le agenzie. Quando poi sul territorio bisogna accogliere migliaia di migranti regolari tutti condividono le criticità di un sistema senza regole. E questo avviene perché in un quadro di solidarietà abbiamo pensato di far sbarcare i migranti in tutti i porti italiani. E non più solo in Calabria e Sicilia, che hanno strutture ormai sotto stress, con un sistema al collasso. Credo che questo sia un vero atto di solidarietà – ha chiosato la Ferro – sia per i migranti. E sia per chi li deve accogliere».
Alla faccia dei «principi umanitari» e dei «doveri di solidarietà»…
Le amministrazioni di sinistra, però, insistono a no volerci stare. E protestano per le navi delle Ong dirottate anche in casa loro. E la levata di scudi e massiccia e veemente. La sostanza, rilancia tra gli altri Libero in edicola oggi, parafrasando dichiarazioni e rivendicazioni, è: «Noi i migranti non li vogliamo». Alla faccia dei «principi umanitari» e dei «doveri di solidarietà» di cui la sinistra si riempie la bocca. E invece, appena i barconi toccano i porti delle città amministrate dal centrosinistra, apriti, cielo…». Specie dopo la decisione del Viminale di indicare il porto di Ancona per la Geo Barents, in aggiunta a quelli di Livorno, Ravenna, Taranto, Salerno, Bari e Gioia Tauro. Tutte realtà guidate, al momento, dal centrosinistra.
Bonaccini alla guida del coro dei “dissidenti” del Pd
«È un governo abbastanza curioso perché sta mandando le navi con i migranti in porti lontani rispetto a dove potrebbero attraccare. Vogliamo capire a quale gioco si sta giocando», ha attaccato frontalmente sulla vexata quaestio Stefano Bonaccini, candidato alla segreteria del Pd. Ma al governatore in lizza per la segreteria del Nazareno. Così come a tutta la sinistra “accogliente” – ma solo se il porto d’attracco è uno di quelli di una città amministrata dal centrodestra –. E agli amministratori dem in crisi di nervi, ha già risposto ormai giorni e giorni fa direttamente il ministro Piantedosi.
Ma il ministro Piantedosi ha già zittito la sinistra
Il quale, zittendo la sinistra al delirio, in una recente intervista rilasciata (proprio) a la Repubblica, ha sottolineato: «Trovo singolare che la sensibilità collettiva si fermi al momento dello sbarco. Mentre non c’è attenzione sulla sostenibilità di flussi incontrollati che generano emarginazione». Tanto che, ai dem che criticano pretestuosamente il decreto appena varato, il ministro ha replica netto: «Molti predicano la solidarietà e l’accoglienza sulle agenzie di stampa. Ma poi, quando sul territorio si devono accogliere migliaia di migranti irregolari, tutti condividono le criticità di un sistema senza regole. E questo avviene perché, in un quadro di solidarietà interna, abbiamo deciso di far sbarcare i migranti in tutti i porti italiani. E non più soltanto in Calabria e Sicilia, dove le strutture sono sotto stress». Serve aggiungere altro?