Nel covo di Messina Denaro la biografia di Putin e biglietti per il Sud America: preparava la fuga?
“C’è sempre una via d’uscita, ma se non la trovi sfonda tutto”: la frase del film Joker è sotto al poster appeso alla parete di uno dei covi di Matteo Messina Denaro, in un altro c’era il poster del Padrino: ora spunta anche la biografia di Vladimir Putin. C’è chi addirittura scrive di un pantheon del boss di Castelvetrano. Gli investigatori hanno trovato numerosi altri libri, che Messina Denaro avrebbe letto in latitanza, ma evidentemente non degni di essere citati.
Messina Denaro, dal libro su Putin alla letturatura sudamericana
Di certo non è una novità la passione per la letteratura di Messina Denaro. “Leggeva Nietzsche, libri di romanzieri importanti, scrittori sudamericani. A volte faceva citazioni per noi incomprensibili. In 30 anni di solitudine chissà quanti libri avrà letto”, dicono all’Ansa, sotto anonimato, alcuni amici di gioventù del boss.
Un mafioso lontano dai semianalfabeti Totò Riina e Salvatore Provenzano, ma non meno crudele e spietato. L’ex latitante di Cosa Nostra si era costruito negli anni una fama di boss fuori dagli schemi canonici. “Non parlava mai in dialetto”, ha raccontato al Messaggero uno degli avventori del bar che frequentava a Campobello di Mazara, convinto che fosse un medico in pensione.
La Giulietta del boss trovata tramite il georadar
Ma gli investigatori hanno rinvenuto nel covo di via San Vito anche scontrini e, soprattutto, biglietti aerei con varie destinazioni, come Inghilterra, Sud America: tutti intestati ad Andrea Bonafede, il prestanome del boss. Facile immaginare che si preparasse a vare opzioni in caso di fuga. Il che smentirebbe, automaticamente, anche la tesi della consegna spontanea alle autorità.
Era invece intestata alla madre di Bonafede l’Alfa Romeo Giulietta trovata oggi, appartenuta in realtà al boss latitante. Proprio in questo momento è in corso una perquisizione della vettura tramite il georadar. Gli investigatori sono riusciti a trovare l’automobile perché nel borsello trovato al capomafia dopo l’arresto c’era una chiave. Dal codice della chiave, i pm sono arrivati alla Giulietta, poi gli investigatori hanno ricostruito, grazie un sistema di intelligenza artificiale, gli spostamenti del veicolo del capo mafia risalendo al suo nascondiglio di vicolo San Vito. Anche la vettura è intestata alla madre di Andrea Bonafede, l’uomo che ha prestato la sua identità al boss di Castelvetrano.
La macchina era parcheggiata in una sorta di garage vicino alla casa di Giovanni Luppino, l’autista che lo ha accompagnato lunedì in clinica La Maddalena a Palermo dove poi sono stati arrestati. Una delle ipotesi al vaglio degli investigatori è che Matteo Messina Denaro abbia raggiunto a bordo della Giulietta autonomamente la casa di Luppino e che poi a bordo della sua Fiat Bravo abbiano raggiunto Palermo.