
Nuovo giallo sui conti del M5S: mancano le quote dei big. C’è anche Conte?
Il M5S non riesce a risolvere il problema dei conti: scoppia l’ennesima grana in attesa delle nuove regole. Secondo quello che racconta il Corriere della Sera nel mirino sarebbero finiti soprattutto i big. Sarebbero stati accreditati solamente 46 bonifici, a versare 24 persone, poco più di una ventina di deputati e senatori. Il quotidiano riferisce che nel mese di novembre sarebbero stati incassati 65.700 euro dalle donazioni di parlamentari, cittadini ed eletti. Un record negativo.
M5S, i big che non hanno risposto alla “chiamata”
Ma c’è un aspetto che fa riflettere: alla “chiamata” avrebbe risposto solo un parlamentare su quattro e tra questi ci sarebbero diversi pezzi grossi. Vengono citati “Giuseppe Conte, per seguire poi con alcuni vice come Alessandra Todde o Mario Turco”. Perché più di qualche parlamentare avrebbe deciso di saltare il primo versamento della nuova legislatura? Dal Movimento gettano acqua sul fuoco e uno stellato parla di «un semplice ritardo. Aspettate e vedrete i bonifici nei prossimi mesi».
Le nuove regole
A pesare potrebbe essere anche la «riforma» delle restituzioni e del codice etico su cui Conte puntava già ad ottobre. Il leader ha attivato il comitato di garanzia che però, scrive il quotidiano milanese, si sarebbe spaccato. Le principali questioni riguarderebbero le possibili nuove norme e gli importi delle donazioni da parte dei parlamentari. A inizio gennaio si parlava di un voto online attraverso cui gli iscritti avrebbero potuto esprimere la loro idea, ma al momento lo stop avrebbe fatto slittare la consultazione via web.
La bozza del documento
Come ricorda il Giornale, nella bozza del documento visionata dall’Adnkronos si affermerebbe che si potrà trattenere per sé l’assegno di solidarietà “per la parte eccedente la quota del 20% di quanto percepito” mentre la restante parte “dovrà essere versata all’Associazione Movimento 5 Stelle per le spese di funzionamento”. Non solo. Sul tavolo ci sarebbe l’ipotesi di far finire il grosso delle restituzioni direttamente al M5S e solo il resto alla collettività.