Papa Francesco: «Benedetto, fedele amico dello Sposo, ti affidiamo alle mani del Padre»
“Benedetto, fedele amico dello Sposo, che la tua gioia sia perfetta nell’udire definitivamente e per sempre la sua voce”. Così papa Francesco, arrivato sulla sedia a rotelle in piazza San Pietro, nell’omelia per i funerali del Papa emerito Benedetto XVI. Che nomina quattro volte. Ogni parola di papa Bergoglio è permeata dalla presenza del grande pontefice, teologo. Forse il più grande dottore della Chiesa cattolica del ‘900.
Papa Francesco: Benedetto, fedele amico dello Sposo
Francesco parte dalla pagina del Vangelo dedicata alle ultime parole che il Signore pronunciò sulla croce. “Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito. Il suo ultimo sospiro, potremmo dire, capace di confermare ciò che caratterizzò tutta la sua vita. Un continuo consegnarsi nelle mani del Padre suo. Mani di perdono e di compassione, di guarigione e di misericordia”. “Il Signore – continua il Pontefice – si lasciò cesellare dalla volontà di Dio. Prendendo sulle spalle tutte le conseguenze e le difficoltà del Vangelo. Fino a vedere le sue mani piagate per amore. Guarda le mie mani, disse a Tommaso, e lo dice a ognuno di noi. Mani piagate che non cessano di offrirsi. Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito è il programma di vita. Che svuole modellare come un vasaio il cuore del pastore. Fino a che palpitino in esso i medesimi sentimenti di Cristo Gesù”.
La dedizione orante e la fiducia adoratrice
Nell’omelia per i funerali di Papa Emerito Benedetto XVI, Bergoglio pone l’attenzione sulla “dedizione orante”. Che si plasma tra i crocevia che il pastore deve affrontare. “Come il Maestro, porta sulle spalle la stanchezza e il logoramento dell’unzione per il suo popolo. Specialmente là dove la bontà deve lottare. E i fratelli vedono minacciata la loro dignità”. Poi insiste a lungo sulla “fiducia orante e adoratrice”. Capace di interpretare le azioni del pastore. E adattare il suo cuore e le sue decisioni ai tempi di Dio.
Pascere vuol dire amare ed essere pronti a soffrire
“Pascere vuol dire amare, e amare vuol dire anche essere pronti a soffrire. Amare significa dare alle pecore il vero bene”. Una dedizione totale sostenuta dalla consolazione dello Spirito. Papa Francesco affida il predecessore alle mani del Padre: “Anche noi, saldamente legati alle ultime parole del Signore, vogliamo, come comunità ecclesiale, seguire le sue orme. E affidare il nostro fratello alle mani del Padre“.
Vogliamo dire: Padre, nelle tue mani consegniamo il suo spirito
Papa Francesco ricorda San Gregorio Magno che invitava ed esortava un amico a offrirgli questa compagnia spirituale. “In mezzo alle tempeste della mia vita, mi conforta la fiducia che tu mi terrai a galla sulla tavola delle tue preghiere. E che, se il peso delle mie colpe mi abbatte e mi umilia, tu mi presterai l’aiuto dei tuoi meriti per sollevarmi”. È il Popolo fedele di Dio – conclude Bergoglio – che accompagna e affida la vita di chi è stato suo pastore. “Come le donne del Vangelo al sepolcro, siamo qui con il profumo della gratitudine. E l’unguento della speranza per dimostrargli l’amore che non si perde. Vogliamo dire insieme Padre, nelle tue mani consegniamo il suo spirito. Benedetto, fedele amico dello Sposo, che la tua gioia sia perfetta nell’udire definitivamente e per sempre la sua voce!”.