Parte l’assalto a Donzelli. Ma Serracchiani e compagni dal carcere di Sassari fecero un appello per Cospito (video)
Allora, per la sinistra una cosa è certa: i parlamentari hanno il dovere di interessarsi delle condizioni dei detenuti e pertanto l’ispezione nel carcere di Sassari con visita ad Alfredo Cospito è totalmente legittima. E del resto lo ha anche specificato il ministro Nordio: “Le visite in carcere sono un dovere oltre che un diritto dei parlamentari”. Quello che però non è consentito ai parlamentari, sempre secondo la sinistra, è criticare il Pd. Quindi, se Donzelli chiede, come ha chiesto al Pd di chiarire se sta con Alfredo Cospito o con le istituzioni che gli anarchici minacciano allora apriti cielo. Donzelli deraglia, Donzelli è un parvenu da rieducare.
Eppure nelle aule parlamentari si è sentito di peggio. Per esempio si è udito il grillino Morra accusare Salvini di mandare messaggi alla ‘ndrangheta esibendo il rosario. Oppure si è udito l’ex procuratore Scarpinato accusare Giorgia Meloni con queste parole: “Il governo Meloni si regge sui voti di un partito il cui leader ha mantenuto rapporti pluriennali coi mafiosi”.
Eh però quel che è lecito agli avversari della destra non è consentito a Donzelli. E così la Stampa lo ha subito metaforicamente messo dietro la lavagna con la spocchia tipica di Annalisa Cuzzocrea (quella per la quale il vestito di Meloni era nero e invece era blu, tanto per dire quanto sia obiettiva…).
Eccola dunque col ditino alzato fare la sua rampogna scritta all’indisciplinato Donzelli: “Bisognerà spiegare a Giovanni Donzelli che l’aula della Camera dei deputati non è uno studio televisivo. Bisognerà fargli capire – con pazienza – che le istituzioni sono qualcosa di serio, in qualche modo sacro, e che usarle per fare caciara e screditare l’opposizione qualifica il deputato di Fratelli d’Italia – fedelissimo della premier Giorgia Meloni – per quel che è: un passante della democrazia. Perché in democrazia, da quando la democrazia esiste in questo Paese, il Parlamento si occupa anche delle carceri e delle condizioni di chi le abita. Perché chi è in prigione vive sotto la custodia dello Stato e gli Stati democratici si preoccupano che quelle vite siano degne, a chiunque appartengano: anche a un anarchico, un terrorista o un mafioso“.
E insomma la favoletta cui dovremmo credere è che Serracchiani (capogruppo dem alla Camera), Verini, Lai e Orlando si trovavano in gita di piacere a Sassari e hanno pensato: già che ci siamo facciamo una visita a Cospito, visto che è una nostra prerogativa… O piuttosto avevano compreso che il detenuto anarchico stava diventando un simbolo di cui impadronirsi per attaccare il governo di destra? C’è un video di quella visita in cui Serracchiani richiama l’art. 27 della Costituzione che dice che le pene non possono essere contrarie al senso di umanità. E subito dopo Orlando afferma che il caso Cospito pone il problema dell’effettiva funzionalità del 41 bis. Alla luce di quel video i chiarimenti chiesti da Donzelli sono più che leciti e opportuni. La Cuzzocrea si metta l’anima in pace.