Patrimoniale “green” sulle case, il muro del governo. L’asse Ecr-Ppe per bloccare la norma europea
Il governo Meloni è pronto alle barricate contro la direttiva “Green” europea sulle case. Non c’è un altra definizione, occorre parlar chiaro: sarebbe una «patrimoniale camuffata». La casa è sacra e non si tocca, è la stella polare con cui Fratelli d’Italia si sta muovendo contro il tentativo dell’Unione europea di rifilare all’Italia, con la direttiva sull’ efficientamento energetico, una normativa che va a ledere i diritti dei proprietari. La proposta di subordinare la possibilità di vendita o fitto di un immobile appartenente ad una classe energetica alta è una ipotesi irrealistica e devastante, soprattutto per l’Italia. Sarà una corsa contro il tempo: “la presidenza di turno svedese dell’Ue è infatti decisa ad approvare entro sei mesi la normativa. Che di fatto impone l’obbligo di ristrutturare due immobili su tre per ridurre i consumi energetici. L’obiettivo, ha annunciato in conferenza stampa il premier svedese Ulf Kristersson insieme alla presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, è arrivare con un testo pronto alla plenaria di Strasburgo del prossimo 13 marzo.
Case, quei giornaloni che tifano per la patrimoniale green
Inorridisce il “tifo contro” di Stampa, Repubblica e giornaloni che titolano più o meno tutti “La destra contro l’Europa”. Alzi la mano tra gli italiani chi non si sia imbestialito di fronte a una simile iniziativa. Confedilizia ieri, L’Ance oggi chiamano il governo a questa battaglia contro il tempo: l’associazione dei costruttori italiani lancia l’allarme sulla base di alcuni dati che troviamo sul Messaggero oggi in edicola: “Su 12,2 milioni di edifici residenziali, più di 9 milioni «non sono in grado di garantire le performance energetiche indicate dalle nuove normative; e soprattutto nei tempi brevi previsti». Tradotto: tre edifici su quattro finirebbero sotto la scure immobiliare europea voluta da Verdi e sinistra. Ancora dati Ance: il 74% degli immobili italiani è stato costruito prima che entrasse in vigore la normativa sul risparmio energetico e sulla sicurezza sismica. Numeri che spingono il governo ad agire, prima che sia tardi”.
Case, il governo: fermare una “patrimoniale camuffata”
I margini per impedire questa patrimoniale camuffata ci sono: l’iter all’Europarlamento della normativa è iniziato a rilento, grazie al “diffuso scetticismo” sulle nuove regole green che si è tradotto in 1500 emendamenti. La prima tappa alla Commissione Industria, ricerca ed energia (Itre) è slittata al 9 febbraio, non più prevista il 24 gennaio. Da quella data inizierà la battaglia parlamentare.
Case, la tattica di Ecr e Ppe
L’asse l’asse Ppe, Conservatori (EcR) e Identità e democrazia, le tre famiglie europee dove si collocano le tre anime del centrodestra di governo ( FI, FdI e Lega) faranno muro. Un’opposizione contro la nuova bozza secondo la quale – entro il primo gennaio del 2030 – tutti gli immobili residenziali dovranno rientrare nella classe energetica; ed entro il 2033 sarà obbligatorio rientrare nella classe D. Un fronte compatto. Parla di «cieco fanatismo ideologico» Nicola Procaccini, eurodeputato di FdI e relatore del testo in commissione Ambiente: «Come Ecr ci opporremo per evitare pesanti spese per le famiglie.
Case, i costi della norma “green” voluti dall’Europa
Un’ipotesi irrealistica. In buona sostanza la direttiva Ue eco-friendly prescrive nientemeno che la ricostruzione completa del parco immobiliare europeo entro dieci anni. E poi, tra il 2040 e il 2050, il taglio del traguardo emissioni zero. Per arrivare a questi traguardi sono necessari molti adeguamenti e lavori di ristrutturazione. Ossia, salassi economici. Come la sostituzione degli infissi, il cappotto termico, l’installazione di pannelli solari e caldaie a condensazione. I costi variano a seconda degli Stati membri.
E per l’Italia rischia di essere salatissimo, come previsto dall’Ance. Il governo italiano è pronto a battersi per un causa che riguarda milioni di italiani. In Europa la tattica è
diluire il testo della direttiva Ue “contando su un’intesa trasversale con eurodeputati italiani in altre delegazioni, a partire dai Socialisti”. Dopodiché, cioè dopo l’approdo del testo alla Commissione e al Consiglio europeo, ci saranno i capi di governo – e non i partiti green – a gestire il dossier. Primo paletto: prorogare la scadenza del 2030 ritenuta proibitiva dal governo Meloni: «Gli interventi del Pnrr arrivano al 2026, come si può pensare di rifare da capo il patrimonio immobiliare italiano nel frattempo?», fa sapere una fonte di governo al Messaggero.