Psicologo a scuola, parlano gli esperti: «Favorevoli, in squadra con docenti e medici»
«Sono favorevole alla presenza dello psicologo a scuola. Però va inserito in un quadro più grande di collaborazione interdisciplinare fra docenti, psicologi e pediatri». È la visione del pediatra Italo Farnetani che reputa positivamente il fatto che degli emendamenti bipartisan al Dl Milleproroghe, presentati al Senato, si occupino di assistenza e benessere psicologico. E che prevedano fra le altre cose di rendere strutturale la figura dello psicologico scolastico. «Ho sempre pensato fosse importante la medicina scolastica», spiega all’Adnkronos Salute il professore ordinario di pediatria dell’Università Ludes-United Campus of Malta. «E criticai quando fu abolita di fatto nel 1979 con l’introduzione del sistema sanitario nazionale».
Psicologo a scuola, le parole del pediatra
«Allora mi sono battuto perché la scuola e il mondo della medicina, nel caso specifico della pediatria, si parlassero. Cosa che invece non è avvenuta e non avviene», evidenzia l’esperto. Quindi, commenta, ben venga lo psicologo a scuola. «Innanzitutto», argomenta, «ci sono due grandi vantaggi: il primo è che la scuola è un osservatorio privilegiato sia per i pediatri sia per gli psicologi. E pure l’insegnante necessita di un punto di riferimento con cui affrontare le eventuali osservazioni che fa lui stesso in classe tra gli alunni». Per Farnetani poter “osservare” i ragazzi è importante se si considera che «in epoca pre-Covid circa il 10% dei bambini e adolescenti italiani non veniva mai visto da un pediatra o da un altro operatore sanitario. Pertanto il modo per visitare o incontrare un minore è proprio entrare nel mondo della scuola, che è frequentato da tutti i bambini e ragazzi. E lo psicologo in questo ambito interdisciplinare si inserirebbe bene».