Qatargate, arrestata la commercialista di Panzeri: “Nella rete per riciclare e far girare il denaro”
Le confessioni di Antonio Panzeri hanno avuto un primo effetto: fanno scattare in Italia le manette ai polsi della sua commercialista, Monica Rossana Bellini. L’accusa: essere uno dei “nodi della rete allestita dall’ex deputato per riciclare e far girare il denaro incassato da Marocco e Qatar. La Guardia di finanza ha fermato la commercialista: un’ esecuzione di un mandato di arresto europeo firmato dal giudice istruttore di Bruxelles Michel Claise. Che indaga sulle manovre di Panzeri per condizionare la politica del gruppo Socialisti&Democratici a favore dei due stati al centro dell’attenzione per il mancato rispetto dei diritti umani. La commercialista gestisce anche la contabilità della figlia di Panzeri, Silvia.
La commercialista nella “rete” Panzeri
Sul suo conto bancario sono stati trovati circa 200 mila euro: in massima parte provenienti dalla sede italiana della ong No peace without justice per compensi professionali; e dall’ong americana Human right association. La Bellini è accusata di associazione per delinquere, corruzione e riciclaggio. Era già stata perquisita lo scorso dicembre dalla Gdf sempre su richiesta della magistratura di Bruxelles.
Qatargate: chi è Monica Rossana Bellini, la commercialista arrestata
La 55enne commercialista, con studio a Opera, sarebbe legata sia alla famiglia Panzeri che a quella di Francesco Giorgi, compagno dell’ex vicepresidente del Parlamento europeo Eva Kaili. Nel primo caso si sarebbe occupata della contabilità; nel secondo avrebbe rilevato la maggioranza delle quote della Equality consultancy, fondata insieme al padre e al fratello minore di Giorgi. Durante la perquisizione dello scorso dicembre la Guardia di finanza aveva sequestrato una mole di documenti contabili: una pagina fitta di ruoli che spaziano dalla consulenza fiscale alla presenza in municipalizzate; fino agli incarichi tuttora in corso – una dozzina – come quello di componente collegio sindacale di Sogemi, società che gestisce i mercati all’ingrosso di Milano. Il mandato di arresto firmato da Bruxelles è arrivato sulla scrivania del procuratore aggiunto di Milano Fabio De Pasquale. Che per conto dei magistrati belgi sta svolgendo alcuni accertamenti. La convalida dell’arresto potrebbe arrivare oggi stesso.
Qatargate, scomparsa a Bruxelles la targa della ong Fight Impunity
Intanto l’Adnkronos informa che Fight Impunity, la Asbl fondata dall’ex eurodeputato del Pd prima e poi di Articolo Uno Panzeri, dopo l’arresto del suo fondatore non ha più un indirizzo. La targa fino al mese scorso si trovava di fianco al portone della palazzina al civico 41 di Rue Ducale; a due passi dal Parlamento federale belga a Bruxelles. E’ stata rimossa. Resta la targa principale, che elenca le associazioni che hanno sede nello stabile: prima tra tutti l’Ong Non c’è pace senza giustizia, di cui era segretario generale Niccolò Figà Talamanca. Anch’egli arrestato e rinchiuso in carcere nell’ambito dell’inchiesta condotta da Michel Claise: (anche se resta da vedere se gli elementi raccolti a suo carico saranno sufficienti ad arrivare ad un processo ed eventualmente ad una condanna).
La ong visibile solo online
Sotto la targa principale, sono visibili i buchi fatti dai tasselli e alcuni pezzi di nastro biadesivo: reggevano la targa della Asbl fondata il 25 settembre 2019 da Panzeri insieme a Gianfranco dell’Alba, già eurodeputati; Lucia Rocca, già assessore a Bollate con il Pd, e Doriano Dragoni, già componente del gabinetto di Josep Borrell. On line Fight Impunity esiste ancora: sul sito figura tuttora Panzeri in qualità di presidente, e viene tuttora elencato il board onorario al completo, anche se nel frattempo molti membri del consiglio si sono dimessi.