Qatargate, avviata la procedura di revoca dell’immunità di Cozzolino e Tarabella
Parte la procedura di revoca dell’immunità parlamentare degli eurodeputati del gruppo S&D Andrea Cozzolino e del belga Marc Tarabella nell’ambito del grave scandalo politico-finanziario che ha travolto la sinistra, in particolare il Partito Democratico.
La magistratura belga che sta indagando sul Qatargate – centinaia di migliaia di euro pagati dal Qatar agli europarlamentari di sinistra affinché “celebrassero” il Paese arabo come campione dei diritti umani nonostante la grave situazione e i migliaia di morti sul lavoro durante la preparazione dei Mondiali 2022 in condizioni disumane – ha chiesto, secondo i giornali Le Soir e Knack, l’avvio del procedimento mentre la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola, in un tweet, ha confermato che l’iter di revoca è partito senza, tuttavia indicare di quali eurodeputati si tratti.
“I primi passi procedurali sono stati compiuti e il presidente annuncerà la richiesta in Plenaria alla prima occasione possibile, il 16 gennaio – fa sapere il Parlamento europeo, citato da Le Soir. – La richiesta sarà poi trasmessa alla Commissione giuridica (Juri) per una proposta di decisione”.
Metsola, dal canto suo, ha ricordato che “fin dal primo momento, il Parlamento europeo ha fatto tutto ciò che era in suo potere per aiutare le indagini e continueremo a garantire che non ci sia impunità. I responsabili troveranno questo Parlamento dalla parte della legge. La corruzione non può pagare e noi faremo di tutto per combatterla”.
Il Partito socialista belga ha annunciato di aver sospeso Marc Tarabella “in qualità di suo membro fino alla conclusione dell’inchiesta – fa sapere il partito. – Per il momento dunque non fa più parte del Ps. Se sarà dimostrato che sono stati commessi fatti riprovevoli, la sua espulsione sarà immediata e automatica”.
“Dall’inizio di questo caso, Marc Tarabella ha ripetuto di essere a disposizione della giustizia e ha anche chiesto di essere ascoltato rapidamente per potersi difendere – ha sostenuto il legale in un messaggio all’agenzia belga. – Ha anche detto che non si sarebbe nascosto dietro la sua immunità parlamentare, non avendo nulla da rimproverarsi. Sostiene quindi la sua revoca dell’immunità se richiesta”.
E intanto i difensori di Maria Dolores Colleoni, moglie dell’ex eurodeputato Pier Antonio Panzeri, arrestato con le accuse di corruzione e riciclaggio nell’inchiesta Qatargate, sono in attesa della data in cui discuteranno in Cassazione il ricorso presentato dopo che la prima corte d’appello di Brescia ha autorizzato la consegna al Belgio: “Non c’è ancora una data”, dicono i legali della Colleoni.
Il ricorso presentato dai legali Angelo De Riso e Nicola Colli ha sospeso il trasferimento dell’imputata – attualmente ai domiciliari in provincia di Bergamo – che altrimenti finirebbe dietro le sbarre.
Per la giustizia belga l’ex-europarlamentare del Pd e poi di Articolo 1 è componente di “un’organizzazione criminale” che sarebbe finanziata da Marocco e Qatar, e la moglie “sembra essere pienamente consapevole delle attività” del marito e sembra “persino partecipare nel trasporto dei ‘regali’ dati al Marocco da A.A., ambasciatore del Marocco in Polonia”, secondo quanto emerge nel mandato firmato dal giudice Michel Claise.
A Brescia, nell’udienza a porte chiuse del 19 dicembre scorso, la donna ha sostenuto, durante le sue dichiarazioni spontanee, che “non è a conoscenza degli affari del marito, non ha mai fatto vacanze da 100mila euro”.
I legali nel ricorso in Cassazione hanno fatto leva, tra i diversi punti, anche sulle condizioni in cui versano gli istituti carcerari belgi ‘certificato’ da un report del ‘Comitato europeo per la prevenzione della tortura e delle pene o trattamenti inumani o degradanti‘, organo del Consiglio d’Europa, che evidenzia, per quanto riguarda il Belgio, “una diffusa obsolescenza delle carceri”, un sovraffollamento diffuso e problemi legati “alla carenza e insufficiente presenza di personale”.
Le condizioni carcerarie sono valse un rinvio alla figlia Silvia Panzeri – l’udienza si terrà domani a Brescia davanti ai giudici della seconda sezione della corte d’appello -, anche lei destinataria di un mandato di arresto europeo.