Ragazza israeliana aggredita: era lei il bersaglio. Il giallo della borsa con le scritte in ebraico

3 Gen 2023 8:50 - di Luisa Perri
stazione termini, ragazza israeliana

L’aggressione alla 24enne israeliana diventa un giallo internazionale. Sul caso, che è di competenza diretta della Procura di Roma, rivolgono le loro attenzioni anche i funzionari dell’ambasciata di Tel Aviv e i servizi di sicurezza israeliani. C’è un particolare su cui gli investigatori stanno eseguendo accurate indagini: la ragazza, insieme a uno zaino rosso, aveva con sé anche una borsa con scritte in caratteri ebraici.

Il logo con i caratteri ebraici ha attirato l’attenzione dell’aggressore?

Di più: il logo centrale Shkedia indica il più grande produttore in Israele di cereali. Da qui sorge anche il dubbio che dietro il tentativo di uccidere la 24enne israeliana potesse nascondersi una matrice religiosa. Tuttavia non sembra questa la pista principale. I pm romani, infatti, per il momento, hanno aperto un fascicolo ipotizzando solo il reato di tentato omicidio, escludendo la matrice terroristica e quella dell’odio razziale. L’aggressione si è consumata in una ventina di secondi. La polizia sta lavorando per capire se tra la vittima e l’aggressore ci siano stati contatti prima dell’accoltellamento. Tra le piste anche quella di un senza fissa dimora, uno dei tanti che gravitano nella zona della stazione Termini, che avrebbe aggredito la turista dopo un suo «no» alla richiesta di denaro per aiutarla ad acquistare il biglietto. L’altra pista: i simboli ebraici sullo zainetto hanno aizzato la violenza dell’uomo.

Le condizioni della ragazza israeliana restano serie ma stabili

La vittima si trova ora nel reparto di Chirurgia d’Urgenza del Policlinico Umberto I. Le sue condizioni sono «serie ma stabili».  In ospedale, oltre che dal personale dell’ambasciata israeliana, A.D. è stata raggiunta anche dalla madre e dal fidanzato. «Mia figlia – ha riferito la donna – ora sta bene ma non vuole parlare di ciò che è successo e rivivere quei drammatici momenti». Insieme ai parenti, c’era anche l’amica con cui era arrivata per trascorrere il Capodanno. Dopo gli agenti in borghese della polizia italiana, è stata ascoltata anche da una delegazione dell’ambasciata israeliana. Dal canto suo il portavoce del ministero degli Esteri di Tel Aviv, Lior Hayat, afferma di non sapere «quale sia lo sfondo di questo episodio».

 

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