Repubblicani e dem uniti chiedono di vedere le carte segrete trovate a casa di Biden e Trump
Repubblicani e democratici della Commissione Intelligence del Senato Usa si trovano insolitamente concordi nel chiedere assieme accesso ai documenti classificati trovati prima a casa di Donald Trump e poi in quelle di Joe Biden.
Una vicenda che ha portato grande imbarazzo fra le fila dei democratici. Che avevano ripetutamente accusato Trump di aver messo in pericolo la sicurezza nazionale dopo che una clamorosa perquisizione de’Fbi nella sua abitazione a Mar-a-Lago, in Florida, aveva fatto scoprire alcuni documenti segreti e, in parte, declassificati, rimasti nella disponibilità del tycoon, nonostante avesse lasciato la Casa Bianca.
I dem ne avevano approfittato per lanciare l’ennesima campagna diffamatoria contro Trump senonché, poco tempo dopo, da una delle case nella disponibilità di Biden era saltati fuori altri documenti classificati e simili che l’attuale inquilino della Casa Bianca aveva indebitamente trattenuto dall’epoca in cui faceva il vice di Obama.
I legali di Biden avevano tentato di contrattare con il Dipartimento di Giustizia un trattamento di favore per Biden, in parte concesso. Ma, poco dopo, erano spuntate via via nuove carte classificate e segrete da altre case e uffici di Biden mettendo in imbarazzo i democratici, consapevoli che la faccenda stava diventando grottesca.
E così, ad un certo punto, l’Fbi è stata costretta a muoversi e a perquisire abitazioni e uffici di Biden per verificare de visu se c’erano altre carte classificate. Ed è saltato fuori altro materiale costringendo i democratici e Biden a mollare la furiosa campagna denigratoria contro Trump. Ora la partita è ai rigori. Repubblicani e democratici hanno deciso assieme di guardare cosa c’è in questo materiale trovato a casa di Trump e nelle case di Biden.
“Il nostro lavoro non è stabilire se hanno gestito male questi documenti, ma assicurare che non siano state compromesse informazioni di intelligence”, ha spiegato Mark Warner, il democratico che presiede la Commissione intelligence in un’intervista fatta insieme a Marco Rubio, lo sveglio capogruppo repubblicano, per ribadire la loro richiesta a vertici di Intelligence e Dipartimento di Giustizia.
Il lavoro della Commissione del Congresso, non danneggerà le inchieste in corso, ha assicurato Rubio, sottolineando che se si appurerà che questi documenti sono molto riservati e “costituiscono un rischio per la minaccia della sicurezza nazionale, allora le agenzie di intelligence dovranno trovare un modo per mitigarlo”.
“Ma come possiamo stabilire che le misure adottate siano appropriate se non possiamo valutare il materiale?”, si chiede il repubblicano.
Nell’intervista a Cbsnews, che andrà in onda domenica, Warner ha spiegato che la direttrice del National Intelligence, Avril Haines, si era detta disponibile ad illustrare il materiale classificato alla commissione Intelligence. Ma dopo la nomina da parte del Dipartimento di Giustizia dei procuratori speciali per l’inchieste sia su Biden che su Trump, tutto si è fermato. “Così noi non possiamo fare il nostro lavoro”, ha ribadito il democratico.