Riforme, Casellati conclude il giro di incontri: tutti le vogliono a parole, ma con obiettivi diversi
Presidenzialismo, premierato, sfiducia costruttiva. Incontrando il ministro per le Riforme, Elisabetta Casellati, schieramenti e partiti ribadiscono i loro punti di partenza e comunque una volontà di dialogo, in attesa che Governo e maggioranza mettano sul tavolo le loro proposte e il confronto entri più nel vivo.
Casellati: importante il metodo del dialogo
“Ringrazio tutti -afferma l’ex presidente del Senato al termine delle sue consultazioni- perché gli interventi di ciascuno hanno arricchito e ampliato il mio campo di indagine. Oggi tiro la riga, poi mi prendo un brevissimo periodo di riflessione per analizzare tutte le proposte che sono state elaborate. Darò ulteriori notizie sul programma che andrò a redigere con la maggioranza e, mi auguro, sempre, con la partecipazione di una opposizione dialogante”. Con il premier Giorgia Meloni farà il punto “penso la prossima settimana”.
Sul presidenzialismo netto no delle opposizioni
Da capire naturalmente quanto il dialogo potrà proseguire e portare a soluzioni ampiamente condivise o che possano coinvolgere almeno una parte dell’opposizione, visto che, ad esempio, il no all’elezione diretta del Capo dello Stato nel Terzo Polo è accompagnato da un’apertura al premierato, con una scelta quindi del presidente del Consiglio da parte degli elettori.
Fermo sul presidenzialismo per ora il centrodestra, con Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia. “Per noi è una battaglia storica -rivendica Silvio Berlusconi– che fu proposta proprio da me in un discorso al Parlamento già nel 1995. Oggi abbiamo finalmente la possibilità di approvare una bozza di riforma delle nostre istituzioni in senso presidenziale”.
Calenda parla di premierato
“Noi -ribatte dal Terzo Polo Carlo Calenda– siamo nettamente contrari e non disponibili sul presidenzialismo per la ragione molto semplice che il Presidente della Repubblica è l’unica istituzione che gode della fiducia dei cittadini in Italia, perché rappresenta l’unità della Nazione”. Meglio “un presidente del Consiglio con poteri più forti, anche eletto direttamente con una legge elettorale che può essere a due turni, come quella dei sindaci o anche proporzionale, con un premier di coalizione”.
Il Pd come sempre difende lo status quo
“La figura del premier votato dal popolo” convince anche le minoranze linguistiche, mentre il Pd si mostra scettico sia sul presidenzialismo che sul premierato, puntando ad una riforma “dell’attuale bicameralismo paritario, razionalizzando il rapporto Parlamento-Governo, anche attraverso l’introduzione della sfiducia costruttiva e l’incremento dei poteri del presidente del Consiglio sia nell’ambito del Governo, sia nell’ambito del procedimento legislativo”. Mentre per Alleanza Verdi-Sinistra “solo con un rafforzamento del Parlamento” si può “ricostruire quel clima di fiducia e di vicinanza alle istituzioni che sembra essere venuto meno nel Paese”.
Il M5S non sa che cosa vuole riformare
“Il problema dei governi che si alternano e non danno garanzia di stabilità esiste”, ammette il leader M5S Giuseppe Conte, “come esiste il problema di rendere ancora più efficace l’attività legislativa del Parlamento. Queste sono due direzioni di riforma su cui bisogna intervenire. Ma trapiantare di sana pianta altri sistemi e sperimentarli qui ci sembra avventuroso. Siamo per garantire maggiore stabilità agli esecutivi e rendere più efficace l’azione del Parlamento”.
Lupi: no a riforme a colpi di maggioranza
In sostanza, tutti concordi nella necessità di procedere alle riforme istituzionali, ma ancora molte distanze sul merito. Tuttavia “la storia di questo Paese -ammonisce Maurizio Lupi, di Noi moderati- dimostra che le riforme fatte a colpi di maggioranza non hanno poi un esito positivo. Il metodo deve essere quello di dialogo con l’opposizione e quindi siamo per una bicamerale o per qualunque strumento che possa vedere un momento di confronto fra maggioranza e opposizione”.
La strada fin qui seguita dal ministro Casellati, che ora, insieme al Governo, dovrà individuare la road map per non interrompere e proseguire il percorso. “È stato molto positivo usare questo metodo, ho visto un grande interesse -dice ancora il ministro- Vediamo se, facendo delle considerazioni, si riesce a trovare qualche punto di incontro più largo possibile, forse non si riuscirà a trovare una totalità, non penso”. Ma “io non sono mai per chiudere le porte, le porte devono essere aperte. Speriamo ci sia una reciprocità. Vediamo se devo fare un approfondimento”.