Rivoluzione del governo Meloni con il “patto per gli anziani”. FdI: “Riforma mai prima avviata”
Il “patto per gli anziani” siglato dal Consiglio dei ministri segna “una rivoluzione del governo Meloni”. Un cambio di passo culturale e sostanziale al quale nessuno mai prima d’ora aveva messo mano. Lo sottolineano i deputati Alfredo Antoniozzi e Antonio Giordano di Fratelli d’Italia. In poco tempo dal suo insediamento, il governo ha dato dimostrazione che passare dalle parole ai fatti è possibile, se un esecutivo ha “visione”. Ed è quella che l’esecutivo intende imprimere. «Il patto per la terza età lanciato dal governo Meloni è rivoluzionario e consegna al Paese una riforma strutturale mai avviata».
Patto per gli anziani, Giordano e Antoniozzi: “Rivoluzione del governo Meloni”
Entrando nel dettaglio, «il governo punta decisamente sull’assistenza domiciliare, inserendo norme che favoriranno l’integrazione e il co-housing», spiegano Giordano e Antoniozzi. Tali norme «miglioreranno sensibilmente la qualità della vita della terza età, con effetti a cascata anche sui costi oggi sostenuti dal servizio sanitario nazionale. Si esalta la figura del caregiver – continuano i due parlamentari di FdI –. E si realizzano gli obiettivi del Pnrr collegati a una dimensione demografica che vede crescere sensibilmente la percentuale di ultrasessantacinquenni anche nella proiezione futura».
“Per la prima volta un esecutivo si fa carico dei bisogni degli anziani”
Con il potenziamento dell’assistenza domiciliare il governo intende scongiurare quello che viene definito il “parcheggio” degli anziani nelle strutture sanitarie. Si affiancano, così, agli strumenti economici già previsti per la non autosufficienza, anche un pacchetto di interventi di prestazioni socio-sanitarie. Previsti più servizi e ausili per le situazioni di maggiore fragilità. Un vero e proprio “patto” per la terza età. Nella convinzione -sempre ribadita dal premier- che gli anziani sono il cuore della società. E «averne cura significa avere cura di tutti noi». Visione, dunque, e soprattutto sensibilità.
“Così un’ampia fetta di persone trova un punto di ascolto”
Si tratta di un “unicum”. «Per la prima volta concretamente un esecutivo si fa carico dei bisogni della terza età – tengono ad evidenziare Antoniozzi e Giordano–. Con un’inversione notevole rispetto a modelli di marginalità che hanno caratterizzato il passato. L’imprinting lanciato dal governo Meloni si rivolge sia all’ampia fetta di persone non autosufficienti; sia a quanti, pur in possesso di una buona salute, presentano carenze sociali e affettive che oggi trovano, finalmente, un punto di ascolto concreto».