Rotta balcanica, Piantedosi centra l’obiettivo: per gli irregolari sarà più difficile passare i confini

14 Gen 2023 16:28 - di Giorgia Castelli
Piantedosi

«Riteniamo che quello delle riammissioni sia uno strumento legittimo e che sia doveroso riattivare e rafforzare. Va fatto con nostri partner. Riteniamo sia uno strumento perfettamente in linea con le norme europee e internazionali, applicato anche in modo bilaterale come con la Francia». Lo ha detto il ministro degli Interni Matteo Piantedosi in conferenza stampa al termine di un incontro del Comitato per la sicurezza riferendosi alle riammissioni per la “rotta balcanica”. All’incontro con il ministro hanno partecipato, tra gli altri,  il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani e il neo-prefetto Pietro Signoriello.

Piantedosi a Trieste: «Mantenere e rilanciare le riammissioni»

Serve, ha sottolineato Piantedosi, «mantenere e rilanciare le riammissioni, anche con il supporto di alcune tecnologie. Per noi è pienamente legittimo, è uno degli obiettivi da perseguire». Come riporta il Gazzettino.it, sulla questione migranti, il ministro ha prospettato anche un incontro con la Slovenia per «condividere le riflessioni» sulla possibile gestione della rotta balcanica. «Sicuramente ci sarà l’opportunità e la necessità di incontrare l’omologo sloveno per condividere le riflessioni fatte oggi a Trieste», ha specificato aggiungendo che con la Slovenia «ci sono già proficue attività e un sistema interforze che ha rapporti proficui sullo sviluppo delle indagini e sugli strumenti di prevenzione dei traffici di migranti anche sulla rotta balcanica».

Sulle aggressioni di medici negli ospedali

Piantedosi poi, nel corso della conferenza stampa, rispondendo a una domanda sulle eventuali misure che intende prendere per fronteggiare il crescente numero di aggressioni a medici e personale sanitario nei pronti soccorsi o comunque negli ospedali in genere ha detto: «Cercheremo di intensificare la vicinanza delle forze di polizia dove nei pronto soccorso e nei presidi ospedalieri sempre più densamente frequentati e perciò interessati da fenomeni di questo tipo. E’ un ragionamento che si sta facendo già a livello territoriale».

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