Salvini torna dalla Gruber in “modalità Zen”: lei provoca, lui non ci casca e la zittisce

27 Gen 2023 12:10 - di Federica Argento
Gruber Salvini

Il ritorno di Matteo Salvini ad Otto e mezzo si annunciava ricco di spunti polemici. I confronti  tra il leader leghista e Lilli Gruber stati “cruenti”, nessun incontro è stato mai indolore. A lungo assente dal salotto de La7, il ministro delle Infrastrutture sembra essere tornato nel “ring”, ma stavolta senza intenti battaglieri,  in modalità Zen. Nonostante le punzecchiate provocatorie della conduttrice, nella puntata del 26 gennaio ha risposto tranquillamente a tutto, nonostante le domande siano sempre state poste con quel fare inquisitorio proprio della padrona di casa. Anche perché le domandine in sé non è che fossero di altro profilo politico.

“Domandona” della Gruber a Salvini su Giorgia Meloni

“È più facile lavorare con un premier uomo o donna?”, è stato uno dei quesiti essenziali della Gruber. “Lavoro benissimo con Giorgia – ha risposto Salvini – la stimo e stiamo facendo molto bene. Se uno è bravo è bravo, indipendentemente dal fatto che sia uomo o donna”. Allora la Gruber in modalità gossip lo ha incalzato nuovamente: “Ma come la chiama, il o la presidente?”. Altra domanda “sostanziale”. “La chiamo Giorgia – ha replicato il ministro – non mi sono mai posto il problema. Non ci ho pensato: adesso ci penserò e glielo dirò a fine trasmissione”. Un modo per sottintendere la non essenzialità della questione. Ma la Gruber non si è data per vita e ha voluto lasciare il graffio: “È più importante di quanto sembri”.

Gruber cerca la provocazione, Salvini la “delude”

Si va dal personale al piano politico, con la discussione che si sposta sulla giustizia. La Gruber fa propria la rappresentazione della realtà e parla di  polverone sollevato dal ministro Carlo Nordio per le sue parole contro la magistratura. Risposta di una serenità olimpica: “Importante sarà fare una riforma di cui si parla da decenni – ha puntualizzato Salvini -: abbiamo cinque anni per farla. Nordio giustamente dice che le intercettazioni servono per scovare i mafiosi. Ma non possono essere usate all’infinito per mettere sui giornali notizie non di rilevanza penale”.

“Vinceranno Fontana e Rocca”

La Gruber tenta di sbertucciarlo: “Vedo che è pieno di cartuccelle”, dice,  scorgendo il codice degli appalti che Salvini ha portato con sé al tavolo. Gli chiede un bilancio dei primi cento giorni di governo Meloni: “Sono molto soddisfatto del lavoro che abbiamo iniziato a fare: nel mio ministero in tre mesi stiamo accelerando, sbloccando, liberando cantieri e posti di lavoro”. Aggiunge il ministro: “Stiamo dando chiari segnali di cambiamento e  – frecciatina-  soprattutto di compattezza, tutte le scelte sono condivise”.  Insomma, non sembra aria da scintille. Nemmeno quando la Gruber tenta di mettere zizzania sulla montagna di voti che la Lega ha perso, con lo sguardo rivolto alle prossime reginali. Risposta secca: “Vinceranno Fontana e Rocca”. Nient’altro da aggiungere. E dai social commenta divertito: “Avete visto? Ma col lavoro e col sorriso si vince”.

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