Sangiuliano: vi spiego la mia “provocazione” su Dante. E cita Gentile, Del Noce e Sanguineti
Una provocazione, ma con solide basi letterarie e culturali. Il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, in una lettera al Corriere, difende la sua affermazione su Dante «iniziatore del pensiero di destra». E cita innanzitutto Giovanni Gentile per il quale «con Dante comincia ad affermarsi idealmente l’Italia».
Sangiuliano si richiama inoltre ad Augusto Del Noce che, nel saggio su Giovanni Gentile edito da «Il Mulino», pone l’autore della Divina Commedia come simbolo di unità spirituale «che è andata perduta nei secoli della decadenza morale e politica italiana, e che si tratta di riconquistare». E non manca di ricordare che anche Oswald Spengler rimanda a Dante per denunciare il tramonto dlel’Occidente.
“È vero – continua Sangiuliano nella lettera – «destra» e «sinistra» non sono categorie dell’età di Dante. Sono apparse secoli dopo ma non di certo nel Novecento, come hanno affermato in queste ore alcuni esponenti della sinistra, ma si sono formate ben prima e attorno alla Rivoluzione francese. Di certo, come hanno ricordato diversi osservatori in queste ore, non sono stato il primo a definire e a studiare «politicamente» Alighieri. Ne cito solo due: Umberto Eco, per il quale Dante sarebbe stato di destra, e il saggio «Dante reazionario» pubblicato da un poeta e letterato, nonché parlamentare indipendente nelle liste del PCI, come il professor Sanguineti”.
Infine, conclude Sangiuliano, “se la provocazione che ho fatto è servita a far riprendere a qualcuno in mano i libri di Dante Alighieri, posto che lo abbiano mai fatto, è già un buon risultato”.