Shoah, Mattarella: «Il negazionismo è la forma più subdola di razzismo. Memoria è dire mai più»
«Il sistema di Auschwitz e dei campi a esso collegati fu l’estrema, ma diretta e ineluttabile, conseguenza di pulsioni antistoriche e antiscientifiche. Istinti brutali, pregiudizi, dottrine perniciose e gretti interessi. E persino conformismi di moda». Sono parole forti, che scavano nel profondo e si insinuano nelle pieghe dell’anima e nei meandri della memoria, quelle che il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, utilizza per ricordare il dolore e le vittime dell’Olocausto, in occasione della celebrazione al Quirinale del Giorno della Memoria.
Shoah, Mattarella: «Tossine letali offuscarono le menti»
E ancora. «Tossine letali – razzismo, nazionalismo aggressivo e guerrafondaio. Autoritarismo, culto del capo, divinizzazione dello Stato – che circolarono, fin dai primi anni del secolo scorso, dalle università ai salotti. E persino tra artisti e scienziati. Avvelenando i popoli. Offuscando le menti. Rendendo aridi cuori e sentimenti», ha quindi aggiunto Mattarella nella sua orazione commemorativa nel Giornata della Memoria, dedicata allo sterminio degli ebrei.
Novecento, il secolo degli stermini
«Ogni anno, il Giorno della Memoria, istituito con legge nel 2000, ci sollecita a ricordare. A testimoniare e a meditare sui tragici avvenimenti che attraversarono e colpirono l’Europa nella prima metà del secolo scorso, il Novecento. Un secolo definito da alcuni storici – e non senza ragione, ha quindi proseguito il presidente della Repubblica – come «il secolo degli Stermini. Lo facciamo, sempre, con l’animo colmo di angoscia e di riprovazione».
La mostruosità del sistema di sterminio di massa
Gli anni che sono passati da quegli eventi luttuosi, infatti, non attenuano il senso di sconforto, di vuoto esistenziale, di pena sconfinata per le vittime innocenti, che si prova di fronte alla mostruosità del sistema di sterminio di massa – degli ebrei e di altri gruppi considerati indegni di vivere –. Uno sterminio pianificato e organizzato dal nazismo hitleriano e dai suoi complici in Europa», ha affermato ancora Mattarella.
«Memoria è ricordare e dire mai più»
«Il valore della Memoria non si esprime soltanto nel ricordo, doveroso e partecipe, delle vittime e delle immani sofferenze loro inflitte. Ma è espresso nell’impegno che –alla fine della Seconda Guerra mondiale– gli uomini liberi e gli Stati democratici presero, sulle ceneri di Auschwitz, per dire mai più», ha detto quindi il capo dello Stato.
Mattarella: «Mai più a uno Stato che calpesta libertà e diritti»
Aggiungendo poi a stretto giro: «Un impegno che oggi ci unisce e ci interpella. Mai più a un mondo dominato dalla violenza, dalla sopraffazione, dal razzismo, dal culto della personalità, dalle aggressioni, dalla guerra». Mai più a uno Stato che calpesta libertà e diritti. Mai più a una società che discrimina, divide, isola e perseguita. Mai più a una cultura o a una ideologia che inneggia alla superiorità razziale, all’intolleranza, al fanatismo».
Shoah, tra storia e analisi, dolore e ricordo
Un discorso che tra storia e testimonianze, dolore e ricordo, Mattarella ripercorre oggi sin dalle «origini, lo sviluppo, le cause e le nefande conseguenze dell’avvento delle ideologie e dei regimi nazifascisti nel Vecchio Continente». Che «sono stati analizzati, interpretati e discussi, sotto la lente di studiosi delle più diverse discipline: storici, filosofi, psicologi, giuristi, sociologi, economisti, politologi, teologi», ha ricordato Mattarella.
«Un baratro di abominio e perversione»
Per tutto questo, per Mattarella «la ricerca sulla Shoah continua a produrre, incessantemente, contributi nuovi e rilevanti. Ma osservando, dall’alto e pure a distanza crescente di anni, il baratro di abominio e perversione culminato nelle camere a gas e nei forni crematori, si viene tuttora colti da un senso di smarrimento, di impotenza, di incredulità. “Eventi incredibili” – scrisse Luigi Meneghello – e insieme orribilmente “documentati”».
«Auschwitz, un abisso oscuro e impenetrabile»
Allora, «i cancelli di Auschwitz si spalancano tuttora sopra un abisso oscuro e impenetrabile – ha aggiunto il capo dello Stato –: la cancellazione totale della dignità dell’uomo, il buio della ragione che, come avvertiva Goya, genera mostri. Auschwitz – punta emblematica di un sistema e di un’ideologia perversi – è dunque il simbolo della mancanza di luce e di speranza. Della negazione dell’umanità e della vita. L’indicibile, il non-luogo per antonomasia».
Il valore della Memoria
«Un biglietto di una tra le tante vittime sconosciute, seppellito e ritrovato nei pressi dei crematori di Auschwitz, ammonisce – ha concluso Mattarella – e insegna ancora: “Sapete cosa è successo. Non lo dimenticate. E tuttavia non saprete mai».
«Il negazionismo è la forma più subdola di razzismo»
«I principi che informano la nostra Costituzione repubblicana e la Carta dei Diritti Universali dell’Uomo rappresentano la radicale negazione dell’universo che ha portato ad Auschwitz. Principi che oggi, purtroppo, vediamo minacciati nel mondo da sanguinose guerre di aggressione, da repressioni ottuse ed esecuzioni sommarie, dal riemergere in modo preoccupante – alimentato dall’uso distorto dei social – dell’antisemitismo, dell’intolleranza, del razzismo e del negazionismo, che del razzismo è la forma più subdola e insidiosa», ha sottolineato Mattarella.
Shoah, Mattarella: «Un unicum nella storia dell’uomo»
Affermando: «La Shoah fu un unicum nella storia dell’uomo, pur segnata da sempre da barbarie, guerre, stragi ed eccidi. Nessuno Stato aveva mai, come scrisse lo storico tedesco Eberhard Jäckel, “deciso e annunciato, con l’autorità e sotto la responsabilità del proprio leader, di voler uccidere, il più possibile e senza sosta, un determinato gruppo di esseri umani, inclusi gli anziani, le donne, i bambini e i neonati. E mai aveva messo in atto questa decisione con tutti i mezzi possibili al potere statale”»…